domenica 26 aprile 2009

Ricomincio da qui

L'ultima settima trascorsa è stata un po' "turbativa" per la mia mente. E' così che ho scoperto che nonostante i risultati acquisiti (-20 kilogrammi, dalla taglia 56 alla taglia 48/46 in 17 mesi) certi meccanismi perversi sono ancora presenti in me.
E' bastato un momento, una forte tensione psichica tra il lasciarsi andare all'istinto o l'agire secondo le regole della razionalità, quella fase di oscillazione che ti fa sentire dolorosamente impotente. In balia di emozioni contrastanti, dovendo decidere tutto e subito perché qualcuno ha introdotto un elemento reale e tangibile nella tua vita. Un elemento che non può semplicemente essere ignorato. Dal quale non si può scappare. Che richiede una presa di posizione netta, o si o no. La mia tendenza abituale al procrastinare certe situazioni della vita, ha sbattuto contro la realtà. E questo stato di conflitto ha risucchiato tutta l'attenzione, tutte le energie, lasciandomi a gestire la dieta senza il supporto della volontà. Galleggiando portata dalla corrente, senza un punto di riferimento, senza riuscire a decidere in quale direzione nuotare, con l'angoscia di prendere la decisione sbagliata e trovarsi a nuotare verso il mare aperto, allontanandosi da una qualsiasi riva. Consapevole di non avere la forza necessaria a nuotare in acque sconosciute e se una volta scoperto di aver preso la direzione sbagliata, di ritornare indietro.
Di nuovo sono usciti allo scoperto i vecchi metodi di pacificazione dello spirito. Quel riempirsi senza criterio che cerca di colmare altri vuoti. Ma la differenza è che ora so che stò nutrendo con cibo insano una fame sana ma difficile per me da gestire. Una fame che ho tenuto a bada finora semplicemente ignorandola o nutrendola con il cibo dell'immaginazione.Non ero ancora pronta per la realtà. E così sono caduta. Nei 4 giorni di stordimento lipidico sapevo che ogni fetta di salame, di lardo, ogni pezzo di salciccia cruda spalmata nel pane, ogni coltellata di gorgonzola, che la forma di camembert e il formaggio di capra stagionato e morbido nella sua crosta azzurrina e bianca di muffa, che ogni crostino con il paté, era un bavaglio messo al mio bisogno di gridare, al mio bisogno di scrollarmi di dosso responsabilità e obblighi, al mio bisogno di avere una seconda possibilità per scegliere.
Nonostante tutto, la vita come noi la percepiamo è un flusso continuo. Non si torna indietro, si può solo andare avanti. Il nostro potere di modificare riguarda le scelte presenti e future. Si può decidere di ricostruire un ricordo più accettabile, meno doloroso, di ciò che è passato, si può decidere addirittura di dimenticare parti di esso. Ma non si può utilizzare il tempo perduto per modificare la condizione presente. Possiamo solo tentare di fare scelte più oculate, diverse, per il futuro e vedere che effetto si sviluppa, aggiustando il tiro di volta in volta. Accettando anche quelle parti di noi e del nostro passato che non abbiamo potuto scegliere o che abbiamo sbagliato. Non ricominciando da capo, ma ricominciando da qui.

P. S. Non è molto ma queste sono le foto di quello che ho mangiato al termine della Maratona Altamente Lipidica Autodistruttiva: carote (che poi ho gratuggiato direttamente nel piatto) cipollotti e peperoni crudi in pinzimonio - arancia e kiwi. A parte ho servito una candida mozzarella fiordilatte.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Cara MK,
oggi mentre stavo nuotando mi sono chiesta: devo chiedere a mk, che cosa fa, quali strategie adotta "quando cade" ;-)
Che telepatia! Insomma MK, diciamocelo apertamente, la vita non e' perfetta e noi non possiamo avere tutto sotto controllo. Anzi, sono convinta di questo: piu' vogliamo controllare tutto, piu' siamo esposti a trasgressioni.
Penso che tu abbia fatto bene a concederti 4 giorni di stordimento e di pausa. Ti serve anche a capire quanto ti vuoi bene. Forse volevi premiarti o vedere fino a che punto ti potevi spingere, forse avevi solo nostalgia di un passato che stai seppellendo, o forse volevi punirti di qualcosa. Qualunque siano i motivi che ti hanno "mosso", erano dei buoni motivi. So come ci si sente dopo queste cadute e so anche che non vediamo l'ora di rialzarci e "tornare sulla retta via". Pero' vale la pena interrogarsi su questi motivi, perche' appunto erano dei buoni motivi.
Cosi' ti prego evita di sentirti in colpa, perche' questo favorisce l'autolesionismo. Prendila come una piccola parentesi all'interno di un lungo percorso, una nuvoletta in mezzo a lunghi e caldi raggi di sole.
Cambiando argomento e parlando un po' di me....ho capito che non posso correre, ma che devo percorrere il sentiero dell'autoconsapevolezza. Questa dipendenza e' nata per buoni motivi, ma si protrae per falsi bisogni. Devo cercare di collegare questi due aspetti: sono convinta che questa sia la chiave per aprire una porta chiusa.
Cara mk, ti abbraccio, ho deciso di scriverti piu' spesso.
P.S. Come mai sono l'unica a scrivere commenti?
stellamattutina

mk ha detto...

Cara stellamattutina, sei l'unica che scrive commenti forse perchè sei l'unica a mettersi in gioco veramente. Tu leggi i miei post e li elabori dentro di te, facendone uscire poi un'analisi a volte spietata ma sempre coraggiosa. Non tutti sono disposti ad essere così trasparenti, a far vedere la propria interiorità. Leggerti è sempre un piacere e un conforto.
Il controllo è proprio la parola chiave, non per premiarmi (ho capito che il cibo non può essere un premio se ti danneggia), ne per vedere dove potevo spingermi (so fin troppo bene fino a dove posso spingermi e non voglio farlo più), non per nostalgia del passato (soprattutto di quello che sto seppellendo), ne per punirmi (o forse si). So che ho avuto paura di essere appetibile, paura della realtà. E nello sforzo di razionalizzare ciò che è impossibile poichè faccenda di puro istinto, ho deviato le energie e mi sono ritrovata momentaneamente scarica e fragile. Senza controllo.
Per un attimo, solo per un'attimo ho vacillato.
Perdonami se mi impiccio, ma della motivazione (passata) che ti ha portato dove sei (i buoni motivi) ora non te ne fai più nulla. Quello che a me è saltato all'occhio della tua frase è "dipendenza" "per falsi bisogni". Se sai quali sono i tuoi falsi bisogni allora pensa: Quali Sono i Tuoi Reali Bisogni?
E questa "dipendenza" ti aiuta a lavorare per soddisfarli o invece mantiene tutto come stà, per non turbare lo status quo? Nell'ottica poco è meglio di niente? Perchè stai dietro la porta chiusa? Da lì puoi osservare attraverso l'occhio magico ciò che succede, protetta ma invisibile. Io ti domando che bisogno c'è di aprire con la chiave una porta di un posto dove non hai intenzione di tornare? Perchè tenersi buona una via di fuga che in realtà è solo una prigione?
Sfondala. mk

Anonimo ha detto...

Ti leggo e mi viene da piangere. Perchè è come se tu avessi descritto la mia situaizone, ora.

mk ha detto...

Cara Occhi di Notte, permettiti di piangere, io non lo facevo e quando ho lasciato che succedesse è stato il primo gradino verso l'ascesa. Ma poi permettiti anche di smettere di piangere e riprendi in mano le redini da lì. Scrivimi.