mercoledì 16 gennaio 2013

Per cadere in piedi è sufficiente girarsi all'ultimo secondo


Dall'altro ieri la mia vita ha subito una ulteriore svolta. Il lavoro che fino ad oggi mi ha permesso di prendere delle decisioni per modificare una parte della mia vita non c'è più. Nei prossimi mesi percepirò uno stipendio di cassa integrazione che non si sa però quando arriverà. Questo avvenimento potrebbe gettare nello sconforto, e lo fa. Ma se ripenso a come ho lavorato su me stessa per arrivare a fare dei cambi radicali non posso ignorare che questi cambi comprendevano anche la parte relativa al lavoro.
Forse non così repentinamente. O forse invece doveva succedere molto tempo fa, e in un sistema di causa effetto, il rompere uno schema di vita personale non poteva non comprendere anche quella fetta di ore che della vita da svegli il lavoro occupa.
Ma è proprio vero che la certezza del lavoro è l'unica che ti permette di fare scelte e prendere decisioni?

Spesso ho paragonato il mio cambiamento ad un risveglio dopo un lungo sonno. Sono fortunata, il mio corpo e la mia mente rispondono come se io avessi ancora l'età in cui avrei dovuto fare certe scelte.
Il tempo sospeso ha lasciato una patina che porta con se un po' di timore di non essere all'altezza ma anche l'esperienza di vita che mi permette di scrollarmi subito di dosso lo sconforto.
Sono una ragazza fortunata, nel tempo sono riuscita a costruire dei legami di amicizia e sorellanza.
Non mi sento quasi mai sola.
Sono nel punto del percorso in cui volevo essere. So quali sono le persone che mi vogliono bene e quali no.
E' importante!
Per non sprecare inutilmente carica, calore, energia, affetto e amore per chi le usa male. O te le risucchia e ti vomita addosso ostilità e freddezza.



L'illusione delle "certezze" è spesso invece la causa del non decidersi e scegliere.

Sono consapevole che mi si prospetta un periodo non facile, economicamente. Ma ho preso la mia decisione e non torno indietro. Sono come i gatti, cado sempre in piedi. Perché la visione di ciò che importa nella mia vita la so solo io e pochi amici con cui la condivido.
Persone cariche, ricche di calore, energia, affetto e amore.

Nella foto in alto ho appoggiato su un letto di insalata soncino, qualche fetta di pera e qualche chicco di melograno. Trota salmonata affumicata, buonissima e digeribilissima, semi di papavero, un pompelmo rosa tagliato a vivo.
Pera e fico secco turco con dentro una noce del Brasile per merenda. Una delizia...
Una patata tagliata a fettine di mezzo centimetro e poi a cubetti fatta stufare dieci minuti con pochissima acqua, di modo che l'assorba tutta, a cui ho aggiunto i funghi Portobello dell'altro giorno, germogli misti, e un cucchiaino d'olio per rosolare. Infine due uova sbattute. Faccio rapprendere, e giro la frittata aiutandomi con il coperchio.
Devo ammetterlo le frittate non mi vengono quasi mai bene.
Ma posso imparare.


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2 commenti:

elisabetta pendola ha detto...

proprio come fanno i gatti!

mk ha detto...

...si! esatto! mi è sempre rimasto impressa la sequenza di caduta di un gatto...rosso e bello paffuto...eppure agile e forte... si mi sento così.

Ho visto il tuo bellissimo blog, ho iniziato a leggerti. un abbraccio, mk