giovedì 30 marzo 2017

Come Iniziare con Una Ricetta e Finire per Farne Un'Altra


E' un po' di giorni che mi frulla in mente una ricetta provata tempo fa, un risotto finito con una crema di peperoni frullati con mascarpone, da una parte gialli e da una parte rossi, e incorporati alla fine, per ottenere metà riso di un colore e metà di un altro. 
Ma avevo solo peperoni gialli. Vabbè...
In una pentola ho messo a cuocere il riso, un classico riso alla parmigiana, e in un altra padella ho cotto i peperoni, sfilettati, con poco olio extra vergine di oliva e acqua, coperti. L'intento era quello di renderli morbidi e frullarli con mascarpone. 
Ma avevo iniziato a dipingere. Acquarelli, mi diverte molto...
Così ho condito i peperoni con una presa di origano e li ho messi sul riso.
Sarà per un'altra volta...la pittura mi aspetta.
Buono però!







mercoledì 29 marzo 2017

Pasta, Patate e Ceci di Corsa


Ho messo in ammollo i ceci il giorno prima, non avendo nessun progetto in mente se non di lessarli per averli disponibili in frigorifero. I ceci hanno bisogno di un ammollo lungo, di 48 ore, e poi in pentola a pressione cuociono in 40 minuti e a volte ci vuole ancora qualche minuto aggiuntivo. 
Finita la cottura ho prelevato gran parte dei ceci per metterli in un barattolo con un pochino del loro liquido di cottura, e oggi, che avevo voglia di qualcosa di caldo ma saporito, ho aggiunto ai ceci rimasti in pentola una patata tagliata a cubetti e una manciata di pasta corta. Ci vorrebbero i ditalini rigati o le mezze maniche, io avevo solo penne e ho messo quelle.
Ho chiuso il coperchio e dal sibilo ho calcolato 3 minuti. Sfiatato subito, e impiattato con una bella spolverata di rigano di sicilia. 
Una bontà.





domenica 26 marzo 2017

Pasta alla Zia Elsa


La prima volta che ho mangiato una pasta con le zucchine così buona, me l'aveva fatta mia zia Elsa, la sorella di mia mamma. Fino ad allora le zucchine erano sempre state in fondo alle mie preferenze, di solito stracotte e molli, acquose, per niente appetibili. Con pochi gesti, in quella sintesi di praticità che poi ho cercato di applicare alla mia cucina, la zia Elsa aveva messo tutto a freddo in una capace padella, aglio sbucciato e schiacciato, un giro di olio extra vergine di oliva, zucchine tagliate a rondelle sottili, come se piovesse. Fuoco medio alto e zucchine tutte belle distese, le aveva fatte abbrustolire da un lato e poi, girandole, anche dall'altro. Cottura veloce, zucchina saporita e ancora bella soda. Nel frattempo la pasta era pronta, pasta corta di solito, scolata e ripassata velocemente in padella con le zucchine, qualche foglia di menta fresca, una bella grattugiata di grana padano o parmigiano reggiano e una macinata di pepe nero.
Il paradiso sotto forma di zucchina.
Oggi ho usato le penne Rummo, non avevo menta ne basilico (un'altra variante possibile) ma la pasta con le zucchine ha mantenuto la sua promessa. 
N.B. Le zucchine devono essere tante. Ma tante tante! Più zucchine che pasta, dalle foto non si capisce.
Buon appetito!

sabato 25 marzo 2017

Tutto Quello Che Potrebbe Succedere ad Un Coroncina Party


Tra le tante cose che ho imparato con il mio nuovo lavoro da receptionist di un centro benessere è saper mettere a frutto ogni occasione di tempo libero ed essere sempre pronta per un piano B. 
Quando per gli altri è lunedì, martedì, mercoledì, giovedì, venerdi, sabato o domenica o un giorno festivo, per noi è Nonsodì, finisci il turno e ti organizzi con chi è presente per passare del tempo piacevole e rilassante. 
Così, dopo aver lavorato fino alle 17,00 circa mi trovo con Beatrice, obbiettivo "Coroncina Party":
lei ha già preparato una fantastica torta salata con ripieno di zucchine e ricotta e una crostata con la marmellata di mirtilli da far svergognare Nonna Papera, ci piazziamo in giardino, con un telo mare enorme e le nostre coroncine di fiori in testa, costume e cocktail, assaggio una fettina di torta ai mirtilli, ci godiamo il sole e ci rilassiamo. Mentre stiamo chiacchierando mollemente, sento un rumore sommesso partire da un angolo del giardino, un rumore a metà tra elettrico e di motore. "Non ti preoccupare - mi fa Bea - è solo Ambrogio il robot che taglia il prato che è partito a fare il suo giro."
Vedo "Ambrogio" che trotterellando si dirige verso l'altro lato della casa e ricominciamo a chiacchierare sdraiate al sole. Dopo un po' di tempo, quando Ambrogio era ormai un vago ricordo sepolto dal ciarlare e dagli autoscatti, ecco che ricompare, fa una piccola svolta ed inizia a puntare verso di noi...Terrore al Coroncina Party! in un millesimo di secondo mi ritrovo da sdraiata a posizione eretta con piattino della torta e bicchiere da cocktail in mano, pronta a schizzare via, Ambrogio punta verso il telo mare a velocità relativamente impressionante, con le sue cesoiette in fibrillazione non gli sembra vero di assaggiare qualcosa di diverso dalla solita erba, torno indietro a piedi nudi, recupero con gesto circense telo e ciabatte e faccio appena in tempo a schivare le sue ganasce. Ce ne stiamo lì, sull'impiantito con Ambrogio che si dirige verso di noi, le piastrelle non sono territorio suo e quindi desiste. Nella prossima oretta il prato è il suo regno, quindi decidiamo di cucinare, d'altronde il terrore ci ha messo appetito...
Mettiamo su l'acqua per la pasta e guardando in frigorifero decidiamo per una ricetta tutta P:
peperoni, pancetta, pomodorini, peperoncino, e parmigiano. Ci fossero state le penne invece degli spaghetti avremmo fatto la Pasta alle 6P.
In un tegame dove ho già messo dei cubetti di pancetta a sfrigolare, aggiungo mezzo peperone giallo e mezzo peperone rosso tagliato a listarelle, devono abbrustolire con un filo di olio extra vergine di oliva. Nel frattempo taglio a metà dei pomodorini e li metto con la parte tagliata a contatto con il fondo del tegame dove stanno cuocendo i peperoni. La dolcezza dei peperoni aiuta a caramellizzare leggermente i pomodorini. Quando hanno raggiunto un aspetto asciugato, li giro per abbrustolire la pellicina. La pasta è quasi pronta, la scoliamo, e facciamo saltare in padella, una bella sbriciolata di peperoncino secco piccante e una grattata di parmigiano. 
Alla faccia di Ambrogio, ci gustiamo la pasta, il tramonto tinge di rosa l'aria, il caldo è piacevole, e il silenzio di ferragosto quasi divino.
Dopo la pasta, ci gustiamo una fetta di torta salata, tiepida al punto giusto, Beatrice l'ha preparata in anticipo, così che ha perso l'umidità ed è ritornata croccante fuori e morbida dentro. Ecco la sua ricetta:
Come prima cosa ha soffritto in una capace padella, della cipolla di Tropea a cui ha aggiunto delle zucchine tagliate a julienne, una volta portata a cottura, non devono più rilasciare liquidi, le incorpora con una bella dose di ricotta, tanto formaggio grattugiato e un uovo. A volte ci aggiunge emmenthal a cubetti o straccetti di sottilette. Stende la pasta sfoglia, adagiandola in una tortiera, la bucherella, farcisce con il ripieno e ripiega i bordi per fare una bella cornice. Inforna a 180 gradi per 25 minuti/mezz'oretta. La sforna e la lascia raffreddare per bene prima di trasferirla in un piatto. Al momento di servirla, se non c'è un caldo di ferragosto, la riscalda un pochino nel forno. 
Tanta roba! 

Tra le risa, le chiacchiere, le riflessioni, i cocktail e il buon cibo finiamo questa giornata diversa dalle altre. La notte è calata, alla luce della luna facciamo un incantesimo, scriviamo i nostri desideri su un bigliettino e li bruciamo alla fiamma di una candela. Una pesca noce è caduta proprio ai nostri piedi, teniamo il seme della pesca, e con la cenere dei nostri biglietti lo seminiamo in giardino.

Buonferragosto.

domenica 12 marzo 2017

Pasta Rummo Integrale, Yum!


L'altro giorno stavo facendo la spesa con una amica e chiacchierando elogiavo la bontà e la consistenza della pasta Rummo, immaginando come sarebbe stata se solo che ci fosse anche la versione integrale, nel frattempo eravamo arrivate allo scaffale della pasta, alzo lo sguardo e, lì ad altezza occhi vedo questo pacchetto arancione che mi ricorda qualcosa...
A volte mi stupisco di come mi basti parlare di una cosa, per poi trovarmela li di fronte.
Ho provato a fare gli spaghetti con la ricetta più basica che c'è, e anche la mia preferita, aglio olio e peperoncino.
Ho dei peperoncini nuovi arrivati dalla Thailandia, sottili e piccanti, li spezzo nel padellino dove sta già soffriggendo pianissimo l'aglio tagliato a fette sottilissime, come tagliate con la lametta nel film il Padrino, olio extra vergine Toscano, metto anche i semini, e tengo da parte due peperoncini di rinforzo da mettere "a secco" sul piatto finito. Adoro il piccante.
La pasta integrale rimane più ruvida al palato e non ha la untuosa scottante scivolosità che fa della aglio olio e peperoncino una pasta fenomenale... comunque, aggiungo un po' di prezzemolo tagliato a forbice direttamente sul piatto, pepe e grana, e gnam. Buona!
Bella soda, consistente, con il nucleo dello spaghetto ancora al dente perfetto, saporosa e sana. 

sabato 11 marzo 2017

Il Paninetto Giusto



Ho trovato questa panetteria deliziosa, che prepara anche un pane lievitato con l'aceto. Ho preso una pagnotta da tagliare a fette e questi due mini panini multicereale, così, tornata a casa dal lavoro, mi sono preparata una merenda. Ho pranzato solo con un po' di frutta e qualche tarallo.
Scaldo la piastra sulla fiamma bassa e metto i paninetti tagliati a metà con la parte interna sulla piastra. Dopo qualche minuto condisco l'interno con una cucchiaiata di salsa di pomodoro al peperoncino Mutti, un pezzetto di formaggio Ricciolo e una presa di origano. Chiudo il panino e lo rimetto sulla piastra, prima da un lato e poi dall'altro.
Nel bollitore l'acqua per il tè è già calda, mi scelgo un bel oolong e, mentre guardo le foglioline del tè sfuggite alla teiera, dispiegarsi nella tazza, mi gusto questi paninetti che sanno di estate.
Ah che pace...

venerdì 10 marzo 2017

La Rice Cooker e il Curry di Manzo






Stamattina mi sono svegliata con una voglia di mangiare curry, ma nessuna voglia di cucinare...
Così ho messo al lavoro la mia Rice Cooker.

Dopo aver ripassato i fondamentali del curry, e aver tirato fuori dal freezer due bistecche di manzo e una melanzana già affettata, ho messo un goccino di olio extra vergine di oliva nella pentola interna della rice cooker e ho aggiunto una bella cipolla bianca tagliata a fettine, due patate sbucciate e cubettate, la melanzana a straccetti, due bei cucchiai di curry di Madras, il contenuto di cinque capsule di cardamomo affumicato, un chiodo di garofano e due cucchiaini di una miscela di cocco e lemongrass. Appena ha iniziato a rosolare ho aggiunto la carne tagliata a cubetti.
Dopo qualche minuto, ho aggiunto una bottiglietta di succo di pomodoro e due cucchiaini di sugo Mutti al peperoncino. acqua bollente fino a coprire e ho lasciato mano libera alla mia rice cooker.
In realtà durante la fase di rosolatura delle verdure e della carne, ho dovuto imbrogliarla, togliendo la spina e rimettendola due volte, perché per lei la cottura era ultimata e si era messa su warm.
Una volta aggiunta l'acqua invece, ha borbottato felice fino a portare il mio curry ad una consistenza perfetta. Per ultimo ho aggiunto una manciata di piselli direttamente dal freezer. Con il calore della pietanza diventano morbidi sodi, restando belli verdi, pronti da gustare, come piacciono a me.
Nel frattempo ho preparato un po' di riso Jasmine in un pentolino. Dieci minuti ed era pronto. Ho servito il riso come accompagnamento al curry, spolverizzando il tutto con semi di fieno greco macinati al momento.
La casa sa di curry e me ne gusto una porzioncina in più. Poi sono pronta per andare al lavoro!


Dopo tanti anni di uso sono andata a cercare come funziona questa fantastica pentola ed ecco, tratto da Sakura Magazine, l'affascinante storia e funzionamento della rice Cooker:

14 gennaio 2015 by Sakura
Esiste di tantissimi modelli e oggi è usato in molte parti del mondo, ma è soprattutto in Giappone che ha raggiunto la sua popolarità: stiamo parlando del Cuociriso, che a partire dagli anni 60, si diffuse nel Sol Levante entrando a far parte delle case giapponesi come uno degli elettrodomestici più amati.
Il cuociriso, chiamato in Giappone Suihanki, è sicuramente usato per cucinare il riso, ma non solo. I giapponesi lo usano infatti per cucinare anche altri cibi, a volte da soli a volte contemporaneamente al riso, risparmiando così tempo e fatica.
Dato il suo enorme uso è difficile trovare una casa giapponese che non ne abbia uno in cucina. Usarlo è molto semplice: basta inserire il riso lavato nell’apposito “pentolino” del cuociriso insieme alla giusta quantità di acqua richiesta; posizionare poi il pentolino all’interno del cuociriso e avviarlo premendo il pulsante di avvio. Abbastanza facile da utilizzare, pratico e veloce, ormai è diventato uno strumento indispensabile per un giapponese. Impossibile farne a meno.
Eppure la domanda viene spontanea: … e allora come facevano le massaie e casalinghe giapponesi a cucinare il riso prima che venisse inventato questo, ormai insostituibile, elettrodomestico?Prima del cuociriso elettrico, il riso veniva cucinato con speciali fornelli di argilla alimentati con fuoco e legna. Tenere sotto controllo il calore era difficile quindi il processo di cottura richiedeva costante attenzione e soprattutto la continua presenza di qualcuno. Per le donne quindi il preparare il pasto per la famiglia (sia pranzo che cena) era uno dei lavori domestici più faticosi, ancor più di altri. Prima “dell’era elettrica”, le mogli spendevano tantissime ore per sbrigare le faccende di casa: bucato, stirare, pulire e ovviamente… cucinare!
Il primo esemplare di cuociriso elettrico appare nel 1922, ma si tratta ancora di un’idea-prototipo, perché è solo nel 1953 che abbiamo il primo vero modello di cuociriso elettrico, inventato da Yoshitada Minami.
Secondo Minami infatti per cucinare dell’ottimo riso, bisognava che l’acqua raggiungesse l’ebollizione a 100 °C e ci rimanesse per 20 minuti prima che il cuociriso si potesse spegnere. Convinto di ciò, dopo varie ricerche, prove ed esperimenti di ogni genere, Minami trovò un modo per “automatizzare” il cuociriso e far si che si spegnesse solo una volta raggiunta la giusta cottura.
Si trattava di mettere una certa quantità di acqua tra il cuociriso e il pentolino. Una volta prosciugata l’acqua perché evaporata per il calore, il conseguente riscaldamento di alcune parti metalliche del cuociriso avrebbero fatto scattare un interruttore che avrebbe spento l’apparecchio.
A testare questo prototipo, ancora in fase sperimentale, fu proprio la moglie dell’inventore, Fumiko Minami, che trascorse giorni, se non addirittura mesi a testare, verificare e mettere alla prova ciò che il marito con vari tentativi metteva a punto, aiutandolo così a migliorare l’invenzione che di lì a poco avrebbe cambiato la vita di migliaia di giapponesi.
Secondo gli appunti rimasti, è emerso che i primi esperimenti non andavano a buon fine perché l’interruttore che doveva spegnere l’apparecchio alla giusta cottura, quasi sempre si spegneva prima che l’acqua raggiungesse l’ebollizione, che si surriscaldava e che non rispettava le giuste tempistiche. Minami allora lavorò ancora più assiduamente e con maggiore dedizione al progetto, arrivando a creare un design che meglio isolasse il calore. Per provarne l’efficacia e il buon funzionamento, l’invenzione fu addirittura testata in un ambiente con una temperatura di 10 °C sotto lo zero.
Risultato? Fu quello sperato! Finalmente dopo tanto lavoro e fatica, Minami era riuscito a completare il suo progetto, e il suo lavoro trovò i suoi frutti nel 1955 quando venne approvato in modo ufficiale ed entrò in commercio al prezzo di circa 3200 Yen.
Negli anni 60, quando la fine della Seconda Guerra Mondiale cominciava ad essere un ricordo, il Giappone iniziò a vivere un periodo di grande crescita economica: la scena è quella di mariti che lavorano tutto il giorno e tornano a casa tardi e mogli che fanno del loro meglio tra casa e lavoretti part-time. Le famiglie quindi ora non sempre riescono a condividere il pasto, ma mangiano spesso a orari diversi.
Possiamo quindi immaginare quanto frequente sia diventato l’uso del cuociriso, che ora sembra necessitare di una nuova opzione: “mantenere il cibo constantemente caldo”. Il cuociriso elettrico automatico diventa allora adesso un “Cuociriso-Thermos”, in grado di riscaldare ma anche di mantenere il cibo ad un calore costante.
Non fa però in tempo a “trasformarsi” che un nuovo tipo di cuociriso è già sul mercato: in questo stesso periodo infatti viene messo in commercio il Cuociriso a gas. In una società in cui la vita comincia ad essere più veloce e in corsa contro il tempo, il cuociriso a gas offre la possibilità di riscaldare i cibi ancora più velocemente. La versione elettrica dunque ha bisogno ancora una volta di migliorarsi se vuole competere sul mercato con il nuovo rivale.
La soluzione non tarda ad arrivare: il riscaldamento ad induzione elettromagnetica, proposto nel 1971 dagli Stati Uniti. Il tutto si basava su una spirale che girando velocemente creava un campo elettromagnetico ad alta frequenza che generava calore e riscaldava molto più rapidamente.
Dato il sistema di riscaldamento innovativo, si decise di applicarlo sull’apparecchio. La cosa fu fattibile, solo che il tradizionale pentolino in alluminio non era più adatto al nuovo livello di cottura, ne venne perciò inventato uno apposito in alluminio e acciaio inossidabile. Dopo le dovute modifiche quindi, il cuociriso si ripresenta nuovamente in commercio in una veste completamente nuova.
Oggi esistono un’enorme quantità di cuociriso, diversi per colore, marche, forme, design, capienza e per le numerose funzionalità. Ma non sono solo i cuociriso ad essersi evoluti ma anche…. il riso!
Esiste infatti un negozio a Tokyo (Meguro Ward) dove è possibile trovare in vendita ben 60 tipi diversi di riso provenienti da tutto il Giappone. Chiunque può scegliere il tipo di riso che preferisce in base al proprio gusto.
Toyozo Nishijima, proprietario del negozio sta da anni lavorando insieme agli agricoltori per ottenere dalle coltivazioni, diverse varietà di riso che possano adattarsi a diversi tipi di cottura in modo da poter così soddisfare le preferenze e i gusti dei clienti, riuscendo a raggiungere sempre una cottura ottimale del cibo. Se volete potete distribuire liberamente questo testo, in maniera non commerciale e gratuitamente, conservandone l’integrità, comprese queste note, i nomi degli autori ed il link http://sakuramagazine.com