domenica 30 aprile 2017

Asparagi con Salsa al Limone


Avevo avanzato questo risottino allo zafferano, avevo del pane Altamura lievitato con lievito madre, avevo gli asparagi in frigo...
Ho scaldato a bagnomaria il contenitore con dentro il riso. E mentre gli asparagi stavano cuocendo in poca acqua in una bella padella larga, coperta, ho bruschettato la fetta di Altamura, strofinata di aglio, e ho messo un cucchiaino di maionese in una scodellina con dentro il succo di mezzo limone. Ho sbattuto bene fino a far diventare una emulsione il limone e maionese, scodellato il riso nel coppapasta, disposto gli asparagi fumanti e versato sopra la maionese limonosa, ho aggiunto un cucchiaino di olio extra vergine di oliva sulla bruschetta, una spolverata di pepe nero appena macinato su tutto e un pezzo di ricotta fresca.  
Mi piace mangiare così.

giovedì 27 aprile 2017

Vellutata di Quinoa e Legumi

Tempo fa, in un raid salutistico per supermercati, avevo acquistato diversi gusti di vellutate di cereali o legumi, o miste, con l'intenzione di provarle e decretare la più buona, e il miglior modo per gustarle. Non conosco la tecnologia che sta dietro alla creazione di una polvere di legumi che è pronta in pochi minuti. Spero sia una tecnologia sana, perché altrimenti non avrebbe senso che poi il prodotto sia Bio. Mi informerò. Per fare questa vellutata, a differenza delle altre volte dove avevo usato acqua o acqua e dado, sono partita da un brodo di pollo e croste di grana. Nella mia fidata pentola a pressione avevo messo tre carote, un po' di sedano, un petto di pollo, una cipolla, chiodi di garofano, bacche di ginepro, un pezzetto di zenzero schiacciato, sale, due croste di Grana Padano (raschiate e lavate). 
Indubbiamente il brodo ha conferito un sapore in più a questa crema, che però è una delle mie preferite anche fatta solo con brodo di dado granulare. Cuoce in due minuti, diluendola con il brodo fino a raggiungere la consistenza voluta e facendola sobbollire, sempre girando con una spatola. 
L'ho condita con semi di canapa sativa decorticata, ricchissimi di antiossidanti e omega 3, una cucchiaiata di grana padano grattugiato, un cucchiaino di olio extra vergine di oliva a crudo. 
Buonissima, saziante, senza effetto picco/calo glicemico.
Nell'ottica di inserire più pasti di legumi all'interno della settimana, a discapito della carne, questa è una soluzione, gratificante e velocissima. 

martedì 25 aprile 2017

Linguine al Sugo di Arrosto alla Piemontese


Quando ero piccola, mia zia Elsa ogni tanto faceva una pasta condita con il sugo dell'arrosto, dicendo che era alla Piemontese. Era una pasta velocissima, se c'era del sugo di arrosto avanzato, lo scaldava in un pentolino, metteva un pochino di burro e una bella grattugiata di formaggio. Era sempre diversa, a seconda dell'arrosto preparato nei giorni precedenti e sempre buonissima. 
L'altro giorno avevo preparato delle sovra cosce di pollo arrosto, in pentola a pressione, con salvia, alloro, rosmarino e vino bianco e il pollo aveva creato questo bel sughetto delizioso che ho tenuto da parte ed oggi ci ho condito la pasta. Non so se davvero in Piemonte usano condire la pasta così, so pero' che, nell'economia domestica, utilizzare un sughetto che altrimenti andrebbe sprecato, è un'idea saggia, oltre che gustosa. Ho usato delle linguine Rummo, loro le chiamano fettucce, che hanno preso bene il sugo con tanta soddisfazione.
A parte ho riempito una bella insalatiera con due tipi di insalata, del radicchio che avevo e una insalatina dell'orto, delicata e buonissima, che mi ha portato la mia amica Anna. Già lavata. 
Con il gomito rotto, è stato un regalo prezioso. 
Gli ho aggiunto dei pomodori Marinda. Di due tipi, e prezzi diversi, e purtroppo devo ammetterlo che quelli che costavano di più erano effettivamente più buoni. Molto più buoni. La stessa cosa mi è capitata con le fragole, quelle acquistate dal fruttivendolo che viene il venerdì sotto casa, erano dolcissime e succulente. Quelle prese al supermercato, che sembravano uguali, insapori. Evidentemente per alcuni tipi di frutta e verdura, il prezzo è una spia del sapore. 
I pomodori Marinda, anche se sono verdini, hanno un sapore magnifico. Ho condito solo con un cucchiaino di olio extra vergine di oliva e aceto balsamico di mele. Sui pomodori, qualche granello di sale rosa. 


lunedì 24 aprile 2017

L' Avena che Da Coraggio


Così iniziava il capitoletto dedicato all'avena nel libro di Nico Valerio "L'Alimentazione Naturale", un libro bellissimo, interessantissimo e completo, che ho riletto parecchie volte e che consulto spesso.
L'avena da coraggio, secondo Valerio, per via della peculiarità dell'energia che fornisce, una energia che spinge all'attività, alla voglia di cimentarsi, in passato per i guerrieri nordici, ora per gli sportivi.
Una energia che smuove dalla staticità. Intendiamoci, il libro di Nico Valerio è molto scientifico, ma attraverso le righe, chi come me, vede dei collegamenti alla sfera psichica ed emotiva, ai simboli e agli archetipi comuni che l'umanità condivide anche se nati in luoghi diversi e separati dalla storia e dall'impossibilità di avere contatti, ci sono delle affinità, delle energie sottili e diverse a seconda del cibo che si mangia e che guarisce e stimola una caratteristica o l'altra del nostro organismo e della nostra psiche.
Così come credo che se ci si sa ascoltare, scremando la mente dagli stimoli esterni, ed avendo cultura e curiosità per i cibi intesi come ingredienti, la cura ci viene suggerita dal corpo stesso. La voglia di un certo cibo, intendendo per cibo ciò che la natura dona e non l'agglomerato industriale, indica che il corpo ha bisogno di quel particolare elemento che in quel cibo è presente in quantità.
Per far si che questo meccanismo di autocura possa avvenire, bisogna aver assaggiato più cose possibili, forse studiato, ma comunque essersi avvicinati alla alimentazione naturale con voglia di sperimentare. 
In questi giorni di riposo forzato, mi sono rotta il gomito, ho sfruttato i momenti di cimento culinario per preparare più cose, così da avere degli "aiutocuochi" o semplicemente delle porzioni in più di cibo salutare per quando non ho voglia di farlo o mi prende la fame improvvisa. Per non cadere nei cibi pronti, anche perché non potendo guidare non posso andare a fare la spesa, mi preparo dei pranzetti pronti, gustosi e salutari, fatti da me.

L'altro giorno ho messo a mollo l'avena, dalle 3 ore ad una notte, e poi l'avevo cotta con porri e un po' di verza, tagliati a fettine, in pentola a pressione per circa 20 minuti. Ne avevo mangiato un piatto e il resto l'avevo messa via in un vaso a chiusura ermetica, in frigorifero. Oggi ho fatto stufare degli spinaci, con pochissima acqua, quella che rimane sulle foglie dopo averle sciacquate, in una pentola antiaderente, coperti con un coperchio bombato. Gli spinaci si restringono e fanno la loro acqua, che ho utilizzato per aggiungerla alla minestra di avena per mangiarla oggi. Me ne rimane ancora una porzione e ho del brodo ottenuto dalla crema di zucca, sedano rapa e curcuma, di cui trovate la ricetta qui. Ogni volta, così, sembra una zuppa diversa, solo cambiando il liquido per scaldarla.
L'avena ha un sapore buonissimo, delicato ma peculiare suo. Quello però che me la fa piacere tantissimo è la consistenza dei chicchi, che sembrano esplodere di sapore e sodezza sotto i denti. All'inizio li senti lisci e lucidi con la lingua e poi li addenti ed esplodono con un pop di gustosità sopraffina. Rilasciano un amido dolce ma non dolciastro che rende la zuppa cremosa e raffinata.
Basta un filo sottile di olio extra vergine di oliva, e una presa di formaggio grattugiato per ristabilire il giusto contrasto salato.
Molto proteica e bassa di carboidrati, ricca di vitamine e sali minerali per la ricostruzione di muscoli e ossa, abbassa il colesterolo, stimola la tiroide, soddisfa, riempe senza gonfiare, fa benissimo ed è buona.
Mi sento già meglio.


In queste foto il brodo ottenuto facendo la vellutata di zucca, sedano rapa e curcuma, la vellutata stessa e una porzione ancora di zuppa di avena.
Qui sotto invece il prezioso libro, usurato dal tanto sfogliarlo...760 pagine di nozioni, ricette, spunti, sugli ingredienti dell'alimentazione naturale.

domenica 23 aprile 2017

Tecniche di Cottura: la Vasocottura vs la Pentola a Pressione



"La vasocottura offre molte possibilità per coordinare gli alimenti, funghi esclusi poiché le tossine che liberano invece di disperdersi nell’aria si concentrano nel vaso: dalle verdure ai crostacei e ai molluschi, dal pesce d’altura alla carne, al pane, alle conserve, mostarde e confetture. Il tutto cotto a temperature che variano dai 64 °C fino ai 155 °C.
Con il passaggio del sottovuoto, tecnica che utilizza Mometti, si dimezzano i tempi di cottura e si esclude completamente la perdita di valori proteici e di vitamine. Le pietanze, addirittura, rispetto alle tecniche tradizionali, non perdono il loro colore naturale, anzi, lo esaltano.
La ricerca di Mometti non è stata sviluppata solamente nella creazione di accostamenti materici, giochi olfattivi e degustativi, temperature ideali di cottura, ma si è spinta a capire il microclima che si sviluppa all’interno del vaso, un ambiente saturo ben diverso dall’ambiente dei forni nelle cotture tradizionali e poi ancora fino al vaso nelle sue forme più idonee, alla tipologia del vetro ed alla sua tenuta di pressione."

Spulciando tra gli appunti di cucina, ho trovato questo pezzullo, non riesco a risalire alla fonte, se qualcuno lo sa non esiti a segnalarmelo così da poterlo citare.

La vasocottura è appunto una tecnica di cottura in vaso di vetro, da non confondere con la sous vide, sottovuoto, che ultimamente spopola. Personalmente, come figlia di un ingegnere che ha lavorato decenni nel campo delle materie plastiche, l'idea di cuocere un alimento in un sacchetto di plastica, anche se "alimentare", non mi convince per nulla. La plastica, soprattutto a contatto con le alte temperature, rilascia dei polimeri che migrano in ciò che gli sta attorno. O dentro. Già la bottiglia di plastica dell'acqua, lasciata sotto il sole, stivata nei container, non è una buona idea...

Nella tecnica della vasocottura si utilizzano vasi di vetro a chiusura ermetica. Richiede materiali idonei, organizzazione, nonché l'utilizzo del forno o del bagno maria. Se ci penso, non è molto lontano dal cucinare con la pentola a pressione.
Io la pentola a pressione la utilizzo moltissimo, come ben sa chi mi segue, facilita tantissimo, dimezza se non di più i tempi di cottura, fa tutto da sola. A volte ce ne vorrebbero due! ...ma è cosi rapida che spesso cucino, tolgo, lavo e la rimetto al lavoro subito.
Si può utilizzarla come vaporiera, e pure per la vasocottura se uno vuole, invece di chiudere i vasetti con il tappo di vetro, si sigillano con carta forno e alluminio, si mettono in nella pentola a pressione con circa due dita di acqua e in pochi minuti è pronto.

In alternativa, per utilizzare la tecnica della vaso cottura propriamente detta, si mettono i vasetti, chiusi ermeticamente con il loro coperchio, con acqua che arrivi fino a sotto il bordo dei vasi, si può cuocere non a pressione, a bagnomaria, sul fornello. Chiudendo ermeticamente con il suo coperchio il vasetto, non si ha la possibilità di verificare durante la cottura gli stadi della stessa, il coperchio infatti una volta chiuso non si può piuù aprire fino alla degustazione, pena la perdita di tutti i vantaggi che la vaso cottura da. Allora come si fa? Dai 10 ai 30 minuti, con ingredienti sfilettati, conditi e già preparati per essere serviti direttamente nel vaso, sono il tempo medio per la maggior parte degli alimenti. Oppure in forno ventilato a bassa temperatura, dai 60° ai 150°, per 15/45 minuti a seconda della ricetta. Si prova un po' di volte, le prime saranno o troppo cotte o ancora crude, finché non si riesce a tarare per bene tempi, potenza dei fuochi o delle temperature.

I cibi cotti in questo modo, saranno più saporiti, perché non c'è dispersione di sapori e odori, più sani, poiché si possono usare poco sale e pochi condimenti e per la tipologia di cottura stessa.
Un'unica importante avvertenza, così come nella pentola a pressione anche nella vaso cottura non si possono cucinare i funghi, che durante la cottura rilasciano delle sostanze tossiche che hanno bisogno di disperdersi e che con queste due cotture "ermetiche" non ne avrebbero la possibilità.

I vasetti cotti a chiusura ermetica, una volta freddi, possono essere conservati in frigorifero per alcuni giorni, mantenendosi gustosi e pronti per una veloce scaldata per un pranzo futuro.

L'unico limite a questo punto è la fantasia, filetti di pesce alternati a pomodorini, capperi, verdure, olive, fettine di patate sbollentata, olio, sale, pepe, spezie. Bocconcini di carne con tutti gli ingredienti tradizionali o etnici per una cottura in umido, ratatuje di verdura, sformati e flan, anche dolci! L'importante è che gli ingredienti arrivino nel vasetto avendo tutti gli stessi tempi di cottura, per cui alcuni, tipo la pasta o le patate, necessiteranno di una precottura che li porti ad essere a quella fase di cottura a cui mancano solo i minuti passati nel vasetto per essere perfetti.
Viene voglia di provare subito...

N.B. ovviamente la vaso cottura è adattissima anche per il forno a microonde, calcolando 5/7 minuti di cottura per un piatto di carne e facendo gli aggiustamenti necessari con le solite prove. Niente parti metalliche per chiudere i vasetti, solo vetro.

Io il forno a microonde non ce l'ho, per svariati motivi: non voglio avere uno strumento che occupa spazio per usarlo solo per scongelare o scaldare più velocemente la tazza di tè (gli usi più comuni) e lo utilizzerei per fare delle vere e proprie ricette, ma, e qui viene il motivo principale per cui non amo la cucina a microonde, ha dei limiti, cucina all'inverso, dal dentro al fuori, e secondo me non è ancora stato cristallinamente dimostrato scientificamente che non abbia effetti collaterali sull'organismo a breve e soprattutto a lungo termine.

Siamo ciò che mangiamo. La storia e il buon senso della gente comune continua a ribadire quanto siano più buoni i cibi cotti con i metodi antichi, a volte ciò non è possibile, ma tra una cottura nel forno elettrico o sul fornello, con la pentola a pressione piuttosto che con una rice cooker, in un vasetto, in un cestello o sulla piastra e una "cottura" mediante lo scuotimento delle molecole d'acqua contenute nei cibi utilizzando delle onde non riproducibili dall'essere umano con sistemi dati dalla natura, per il mio gusto personale, ne passa troppo di distanza.

Buona sperimentazione naturale a tutti!

sabato 22 aprile 2017

Vellutata di Zucca, Sedanorapa e Curcuma Con Una Mano Sola


Ieri, mentre stavo preparando il pranzo, ho impostato l'occorrente per una vellutata di zucca da fare oggi. Visto che stavo già tagliando verdure per fare altre cose, mi sono armata di pazienza, coltello e calma e ho affettato con una mano sola, la zucca, un pezzo di sedano rapa, una patata (la più facile da tagliare...) un paio di porri e la curcuma fresca (attenzione che macchia!)
Con la curcuma e il sedano rapa, questa crema di zucca non sarà molto dolce, ma voglio provare lo stesso.
Affetto e taglio a dadini le verdure, e le trasporto alla pentola usando il coltello come una paletta. So che non si dovrebbe fare, ma in questo momento non riesco in altro modo.
Aggiungo acqua fredda fino al segno interno della pentola, è tanta, ma toglierò il brodo di verdure che si andrà a creare con la cottura, prima di usare il minipimer così da avere anche un bel brodino da sorseggiare caldo e da mettere da parte per i prossimi giorni. Metto una presa di brodo granulare iposodico sohn, chiudo e dal sibilo faccio cuocere per 17 minuti. Spengo e lascio li.
Oggi, ho prelevato tutto il brodo, trasferendolo con un mestolo in un vaso a chiusura ermetica, che finisce in frigorifero. 
Nella pentola rimangono le verdure con pochissimo brodo. Frullo il tutto con il minipimer, usando le due velocità per gonfiare e vellutare la crema.
Accendo il fuoco sotto la pentola, fiamma bassa, e quando comincia a sobbollire, spengo. Prelevo qualche mestolo, metto una presa di sale nero, un filino di olio extra vergine di oliva e me la gusto in pace.
E' morbida come il velluto, e come pensavo, la curcuma e il sedano rapa sono i sapori predominanti, fresca piccante la prima, aromatico pungente il secondo.
Aggiungo una manciatina di grana grattugiato, che conferisce alla crema una dolcezza sapida e penso a tutte le possibili varianti e utilizzi di questa delizia.

venerdì 21 aprile 2017

Con Una Mano Sola - Ricette Sparse per Chi Si è Fratturato Un Braccio


Il giorno di Pasqua mi sono rotta il gomito. L'ho scoperto solo il giorno dopo perché non volevo crederci e speravo fosse solo una distorsione che potevo curare da sola. La sera, mentre tenevo il braccio nel ghiaccio in cui avevo messo acqua e argilla, oli essenziali di rosmarino, cipresso e ginepro per disinfiammare, mentre ho tenuto su l'argilla quattro ore, fasciando il braccio nel polietilene, speravo che ciò bastasse. Come Gesù che curava con il fango.
Il rumore del crack ancora nelle orecchie e il dolore che non accennava a passare nonostante l'arnica, l'artiglio del diavolo e gli antidolorifici mi hanno spinto, fiduciosa in un risultato distorsivo, 4 giorni a riposo, al Pronto Soccorso il giorno dopo. 
Sentire - è rotto, domani alle 14,00 in sala gessi - è stato raggelante. Non volevo, semplicemente. E invece le ossa si rompono. 
Fortunatamente è il braccio sinistro e io non sono mancina. Fortunatamente avevo la spesa appena fatta. Di cose sane. Perché 20 giorni a casa possono essere deleteri in fatto di dieta.
Fortunatamente, il Venerdì, sotto casa si apposta un fruttivendolo ambulante e c'è una farmacia che apre, raggiungibile a piedi. Fortunatamente ci sono le amiche, gli amici e i parenti che mi aiutano, e che vengono a prendermi per stare in compagnia. 
Il primo giorno da sola ho preparato l'avena, ricordi di alimentazione naturale me la indicano come ricca di calcio, devo andare a verificare. Dopo 3 ore e passa di ammollo, l'ho cotta in pentola a pressione per 20 minuti, con un pochino di brodo granulare e due porri piccoli, affettati alla bellemeglio con una mano sola.
Finito di preparare l'avena, ne ho mangiata un po' e il resto l'ho subito tolto e messo in vasetti in frigorifero per i prossimi giorni. 
Fuori l'avena, dentro un arrostino di manzo, con salvia e rosmarino, rosolato da tutti i lati in poco olio, sfumato con vino bianco e portato a cottura, 20 minuti dal sibilo, con un bicchiere di acqua. 
L'impresa è stato tagliarlo a fette... tenendolo fermo con il peso del braccio bloccato appoggiato sopra un tagliere. Fortunatamente la carne era tenera e il coltello affilato. 
Una volta nel piatto l'ho mangiato a morsi, nel pane. 
Una sera ho ottimizzato le cotture, cuocendo insieme patate e cornetti, da mangiare in seguito, con dei ravioli di magro conditi solo con burro, aglio e salvia. 
Stamattina ho preso dei pomodori Marinda con cui fare una caprese e il pieno di frutta e verdura. Il fruttivendolo, gentilissimo, mi ha portato le borse. 
Sto diventando più abile nell'uso della mano sola. La burrata e i pomodori sono fuori dal frigorifero da qualche ora, per sentire il sapore pieno e gustoso, non devono essere freddi. Aggiungo un cipollotto fresco, che condisco con un goccio di aceto balsamico di mele. Sbriciolo origano e sale e verso qualche goccia di olio extra vergine di oliva sui pomodori e burrata. Li lascio li ad insaporirsi, mentre affetto a filetti dei pomodorini troppo maturi trovati in frigorifero mettendo a posto la spesa. Finiscono in un padellino con un piccolo porro e un pochino di olio e di acqua, a cuocere coperti, finché non diventano densi e saporosi. Serviranno per un sughetto per pasta. 
Ho un pezzo di zucca e la curcuma fresca, domani voglio farne una vellutata...
Scrivo con una mano sola, ci metto circa il triplo del tempo normale per fare ogni cosa, sento il dolore osseo dentro nel braccio e mi dico che è normale, che è perché si sta ricostruendo. 
Ho preso dei supplementi di calcio e vitamina D e mi concentro sul mio corpo, usando il potere della mente per indurre la formazione dell'osso che si è spezzato. 
Funzionerà.


giovedì 6 aprile 2017

Patate e Alloro della Mamma



L'altro giorno, parlando di ricette con una mia collega, mi sono tornate in mente le patate con l'alloro che faceva mia mamma. Una ricetta semplicissima, veloce ma supergustosa e profumata.
Affettava delle patate, sbucciate e lavate, a cubi direttamente in pentola a pressione, aggiungeva 5 o 6 foglie di alloro, un pochino di olio extra vergine di oliva e faceva rosolare a pentola scoperta, girando le patate di modo che creassero un pochino di crosticina. Dopo circa 5/7 minuti di rosolatura, aggiungeva un pochino di acqua, tanta da arrivare a metà altezza delle patate, e chiudeva il coperchio.
Dal sibilo, 7 minuti di cottura.
Sfiatava e apriva subito. Una girata alle patate per controllare che non ci fosse più acqua e che le patate fossero cotte. Dovevano essere sode dentro e con una leggerissima cremosità fuori.

Oggi le ho rifatte, e le ho accompagnate con bocconcini di petto di pollo, infarinato con farina di riso, rosolato in olio extra vergine di oliva e portato a cottura con il succo di due limone, le calotte di uno messe a rosolare insieme in padella. 
Il pollo fatto così mi piace moltissimo, è morbido, cedevole, gustoso, acidulo. 
...e le patate...
Le patate hanno sparso il loro profumo di alloro in tutta la casa, le mangio gustandole piano, ci ho aggiunto solo un pizzico di sale, i cui granelli percepisco con la punta della lingua e con la mente piena di ricordi. 



mercoledì 5 aprile 2017

Pasta di Piselli ai Piselli


Lunedì sera, a lezione di flamenco, la mia amica Ilenia mi ha portato, per farmi provare, questa pasta fatta con la farina di piselli. Così la sera stessa l'ho provata in un minestrone di verdure che avevo già preparato e oggi la provo asciutta.
Cuoce in pochissimi minuti, 3/4, e l'ho condita con burro e salvia e piselli.
I piselli, tirati fuori dal freezer, li ho messi direttamente insieme alla pasta per stopparne la cottura. 
Una spolverata di Grana e di pepe, e mi sono gustata questo piatto di pasta, che pasta non è, ottimo e gratificante. Grazie!