Allora ho messo sul fuoco delle lenticchie a cuocere con il brodo di pollo dell'altro giorno, così...per preparare una base di non sapevo bene cosa.
Nel forno una torta di pere senza lievito ne glutine stava spandendo il suo profumo e mi sono guardata un film bellissimo sorseggiando tè nero. Il film è durato quasi tre ore, la torta, nel frattempo pronta, è stata la mia merenda e cena e le lenticchie sono rimaste li.
Oggi non sapevo cosa farne...nessuna voglia di mangiarle così. Per fortuna chiacchierando mi hanno dato un imbeccata fantastica e ne è uscito un Paté Rustico profumato all'aglio e rosmarino da urlo.
Partiamo da ieri. In una padella ho messo dei funghi neri (Auricularia polytricha) disidratati. Un po' di brodo di pollo e ho iniziato a cuocerli. Quando sono diventati morbidi e hanno assorbito quasi tutto il brodo ho affettato una piccola cipolla rossa di Tropea e l'ho unita ai funghi insieme a qualche foglia di alloro e salvia, un filo di olio extra vergine di oliva e la scolatura di una lattina di pelati. I pelati li ho messi in un contenitore, li userò per qualcos'altro.
Nel frattempo ho messo le lenticchie di Rodi, che sono piccole e non hanno bisogno di ammollo, in un pentolino con il brodo di pollo e in venti minuti erano pronte. Le ho lasciate un po' brodose.
I funghi mi sono serviti come contorno ad una bistecca ai ferri ieri a pranzo ma ne sono avanzati un po', li ho uniti alle lenticchie. Odio sprecare il cibo.
Oggi ho messo il mio bel agglomerato di lenticchie e funghi nella padella antiaderente ceramicata dove avevo già affettato sottile uno spicchio di aglio, sfrondato un rametto di rosmarino e iniziato a rosolare piano con un cucchiaio di olio extra vergine di oliva e un pizzico di sale. Le ripasso ben bene per farle insaporire e poi trasferisco il tutto nel vaso del minipimer.
Frullo e trito, le lenticchie ormai non più brodose dopo la ripassata in padella, per ottenere una pasta morbida ma non fine, un po' rustica con qualche fogliolina di rosmarino e qualche lenticchia sfuggita alle lame.
Trasferisco il bel paté in una ciotola, lo liscio con la spatola, ci incido un disegno, io ho fatto una croce, e decoro il bordo con ceci tostati. Si possono mangiare o scartarli ognuno decide per sé.
Spalmo il paté su crostini di kamut, che volendo si sarebbero potuti strofinare di aglio (ach... non ci ho pensato! ...stasera mi rifaccio...) e condisco con un filo leggerissimo di olio extra vergine di oliva. Le servo con qualche fetta di cotechino.
Nella stessa padella in cui avevo ripassato le lenticchie, dopo averla lavata ho affettato un peperone verde e un po' di catalogna, perché il cuore verde chiarissimo a me piace mangiarlo così, crudo. Faccio rosolare a fuoco molto vivace con un cucchiaio di olio extra vergine di oliva e niente acqua. Voglio che rimangano molto sodi, è questione di pochi minuti, la catalogna infatti non cambia quasi colore.
L'avanzino di cotechino sta proprio a pennello nel settore mancante del paté. Copro con la pellicola e metto in frigo. Domani è un altro giorno.
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