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giovedì 19 maggio 2016

Risotto al Cointreau e Risotto all'Avocado


Avevo questi due avocado ormai maturi e avevo voglia di risotto...
Ho messo nella padella antiaderente ceramicata, un cipollotto tagliato fine, gambi compresi, e l'ho fatto rosolare leggermente con un pochino di olio di avocado biologico. Ho aggiunto il riso Arborio, due pugni di riso a persona più una per la pentola, e l'ho fatto brillare. Una volta tostato, ho sfumato con il Cointreau e aggiunto il brodo vegetale. Il riso Arborio ci mette circa 15/17 minuti, di solito non lo uso per i risotti, preferisco il Vialone Nano o il Carnaroli, ma non li avevo in casa e l'Arborio, che tengo per fare il riso in bianco, era l'unico utilizzabile tra il Thaibonnet, il Jasmine, Il Basmati e il riso integrale rosso...
Comunque, aggiungo il brodo vegetale finché il riso è quasi a cottura, a questo punto lo suddivido in due parti, ho già preparato uno dei due avocado, pelato e schiacciato, in una ciotola, ci metto una parte di riso e mescolo delicatamente per mantecare riso e polpa di avocado, aggiungo un pochino di succo di lime (o limone) e lascio riposare. Sulla restante parte del riso, spruzzo un po' di Cointreau, giro e lascio riposare.
Ho impiattato il risotto all'avocado con il coppapasta, e l'ho decorato - condito con una striscia di pepe nero macinato al momento, una striscia di pepe bianco finissimo e una striscia di polvere di chili piccante. Niente condimenti, l'avocado contiene già degli ottimi grassi di suo.
Sul risotto al Cointreau ho macinato solo del pepe nero e ho fatto colare qualche goccia di olio di oliva extra vergine.
Ottimi tutte e due, il risotto all'avocado, acidulo e delicato, lo vedo bene anche mangiato in estate, fresco, accompagnato da un cocktail Margarita per un aperitivo un po' diverso.
Il secondo al Cointreau, profumato di agrumi è un risotto in realtà semplice ma dignitoso, una variante dolce al risotto classico, che accompagnato da un Prosecco fa comunque la sua porca figura... 

...e l'olio di avocado? ...ha un sapore troppo intenso e cotto non va bene. E' stato un esperimento, perché in realtà l'ho comprato per usarlo sul corpo dopo la doccia, con qualche goccia di olio essenziale di ylang ylang, uno dei miei preferiti, o di neroli o quello che più si preferisce, dona una pelle nutrita e setosa, non unta e profumata divinamente, per sonni tranquilli e risvegli con pelle da fata. 




venerdì 28 marzo 2014

di Radici e Morbidi Baci

Tutto ha inizio con una lezione di burlesque. Il burlesque ti mette a dura prova, sei li in mutande e corpetto che zampetti sui tacchi e ti muovi danzando come una ballerina delle Ziegfeld Follies mentre lo specchio della scuola di danza rimanda indietro il tuo riflesso di un corpo appesantito e non tonico e cominci a fare i paragoni con le altre...e ti intristisci un po'. Poi un giorno scatta qualcosa, forse perché ti sei ripresa il possesso del tuo corpo, perlomeno della gestione, e lo curi, lo levighi, rendendone la pelle setosa e morbida e liscia e ti sei truccata con cura e ti sei avvolta in una nuvola di profumo e la maestra ti fa partire per prima in una prova di improvvisazione, camminata, posa, camminata, glove tease, giro intorno alla sedia e sedersi, allora quando parte la musica, che è la prima volta che la senti, punti gli occhi negli occhi della tua compagna di danza e non li molli, in quel momento è lei il tuo oggetto di seduzione, arrivi alla fine senza aver pensato a cosa fare ma facendolo come fosse la cosa che sai fare meglio. La musica finisce e la vibrazione è palpabile nell'aria. Scatta una risata liberatoria, genuina e di divertimento. E quello che era una situazione di stress è diventata una situazione di carica emozionale.

Nel film "La Grande Bellezza" c'è il personaggio della Santa. Lo avevo rimosso. E io il film l'ho visto senza addormentarmi e mi è piaciuto tanto da volerlo rivedere sul grande schermo dove, con la sua fotografia architettonica e i punti di fuga, il mostrare, attraverso l'occhio della cinepresa, la ricchezza della nostra cultura millenaria, fatta di sassi e non di cartongesso, smuove ancora come il cinema visionario dei grandi registi italiani, e che Hollywood veniva ad imparare e copiare, un qualcosa di inesplicabile e viscerale nell'anima. Una Visione. 
Insomma, avevo completamente rimosso la Santa e mi sono chiesta perché. La Santa è l'unico personaggio radicato del film. Tanto è vero che si nutre di radici. E fa arrivare uno stormo di fenicotteri sulla terrazza romana del protagonista.

Noi possiamo mangiare radici? si. Ho preparato una insalata, di verdure tutte biologiche, con tarassaco, c'erano anche i fiori! erbette rosse da cuocere ma talmente gustose da mangiarle anche crude, due tipi di radicchio a cui ho spazzolato la radice e unite, ho condito con un cucchiaino di olio extra vergine di oliva e un goccio di aceto balsamico di mele. 
Le verdure biologiche hanno un sapore più buono, e questo lo si sente moltissimo nelle insalate, sono gustose e ne puoi mangiare le foglie più esterne perché non sono coriacee e fibrose ma saporite e croccanti. E quelle interne e delicate hanno comunque un gusto spiccato e non blando.
Si mangia insalata e si dimagrisce, e ci si ritrova. Per radicarsi.
Per finire, mi sono concessa delle fragole mature e a temperatura ambiente. In purezza. Le addenti ed è come baciare le labbra dell'amante. Morbide e carnose, profumate e fresche. In quel momento sai che hai fatto qualcosa di giusto e sano e bello per te stessa.
Hai fatto arrivare i fenicotteri sulla tua terrazza.
E se l'hai fatto una volta, se sei riuscita a farti guardare negli occhi e hai creato felicità e liberazione, puoi farlo tutte le volte che vuoi.





lunedì 31 dicembre 2012

Lenticchie Tradizionali e Mediorientali


E' l'ultimo giorno dell'anno. Oggi sono andata a fare il bucato, una piccola spesa per comprare un ingrediente mancante per la ricetta di stasera, sono andata in farmacia per prendere la Rodiola, che sto studiando, sono passata in una bellissima tabaccheria a pagare dei bollettini e ho chiacchierato con la proprietaria, una signora elegantissima e bellissima. Poi sono arrivata a casa, le luci morbide che creano arabeschi sui muri, i pini marittimi illuminati da sotto in su, li vedo dalla finestra che si affaccia sulla chiesa. Imposto le lenticchie, taglio a cubettini tre carote e una cipolla rossa di tropea, li metto nella pentola di ghisa senza condimento. Ci aggiungo dei tocchetti di luganega, una salsiccia molto morbida e dalla pelle delicata o quasi inesistente, il condimento lo darà lei...rosola tutto lentamente nella pentola, sciacquo le lenticchie di Norcia sotto l'acqua fredda e le metto in pentola, seguite da una manciata di lenticchie decorticate, sciacquate molto bene, finché non fanno più la schiumetta. Giro e aggiungo un bicchiere abbondante di vino rosso, una presa di chili piccante e due di tandoori masala. Acqua fino a coprire appena le lenticchie e metto il coperchio. Nella pentola a pressione sta andando il polipo con acqua e aceto. Calcolo 20 minuti di cottura per entrambi. La pentola a pressione ha appena iniziato il suo sibilo sommesso.
Un amico mi ha mandato il link di una canzone che sta sentendo, la faccio andare dal portatile e scatto una foto dello smalto che ho appena finito di mettere, ascoltandola. E' viola. Sento il bisogno di raccogliere le energie dentro me stessa evidentemente. Ho truccato gli occhi di viola e nero e oro. Assaggio le lenticchie, sono quasi pronte. Appena assaporate sembrano lenticchie tradizionali, sapide e gustose, poi arriva il WHAM! del piccante... caldo e scaldante. Mordo un pezzetto di salsiccia, la carne stempera e addolcisce il sapore pungente. Saranno soldi che scottano quelli che arriveranno...

Il giorno dopo mangio le lenticchie rimaste nella pentola dopo che le abbiamo divise tra tutti.
Riscaldate sono ancora più buone. Pastose il giusto e morbide. Buon anno a tutti, io spero che il mio sia come il passato, non mi pento di nulla, quello che ho fatto mi ha portato a conoscere persone stupende e l'amore. Qualunque sia il prezzo, ne vale la pena.



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martedì 13 novembre 2012

L'ho coltivata io! ...coltivare i germogli in casa

Primo giorno - Ho messo a bagno in due vaschette separate i semi di girasole e di lino e un mix di germogli tutti bio. Devono stare a mollo una notte.


Secondo giorno - Scolare i semi ammollati, trasferendoli nelle vaschette forate del germogliatore, e sciacquarli sotto acqua fresca corrente. Questa operazione va fatta due volte al giorno.
Posizionare la vaschette in semiluce, con la vaschetta raccogli acqua alla base.



Terzo giorno - Sciacquare i semi sotto acqua corrente fresca, smuovendoli delicatamente se si appiccicano alle pareti del germogliatore, sia al mattino che alla sera. Dare la buonanotte ai semini, domani saranno diversi.

Quarto giorno - Sciacquare i semi, controllare se e' spuntato qualcosa...il mix di semi da soddisfazioni, i semi di lino e girasole dormono ancora...


Quinto giorno - Uhmmm...qualcosa non va...i semi di girasole non germogliano e quelli di lino si, ma starli a suddividere e' troppo oneroso, li verso tutti in una tazza e me li mangio a colazione.
Il mix non delude mai, sono spuntate anche due foglioline. Sciacquo, e metto nella vaschetta di raccoglimento, nuovi semi di lino, questa volta dorati, ad ammollare...


Sesto giorno - Sciacquo il mix e scolo il lino, che metto nell'altra vaschetta

Settimo giorno - ...visti da vicino sembrano una piccola prateria...sciacquo...

Sono quasi pronti...
Ottavo giorno - prelevo i germogli delicatamente e li metto in un grande vaso di vetro con il coperchio a vite. Da oggi si manterranno in frigorifero per circa una settimana, sciacquando e scolando bene, una volta al giorno.


Li usero' per condire un'insalata o come ultimo tocco in una ricetta esotica. I germogli sono vivi, ricchissimi di principi attivi, vitamine e minerali.
P.s. Ovviamente il ciclo continua...i semi di lino dorati stanno buttando fuori le prime radichette e in ammollo stanotte c'era del sesamo, che ha preso subito il posto del mix crescione, senape, ravanello e alfa alfa ormai pronto...buona coltivazione!
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sabato 29 settembre 2012

Haiku


Quando ho bisogno di resettare l'organismo. Quando il corpo reagisce "strano" ad alimenti nuovi o ai soliti. Quando ho fame ma non appetito. Quando non ho voglia di cucinare. Quando sono stanca e infreddolita. Quando ho voglia di delicatezza e purezza.
Quando ci sono una o qualcuna o tutte queste condizioni, metto quattro manciate di riso nella rice cooker, aggiungo tanta acqua fino a sorpassarlo di un dito scarso, accendo e copro.
Dopo un quarto d'ora il profumo del riso Thaibonnet mi raggiunge in qualsiasi angolo della casa mi sia rifugiata. Annunciandomi che e' pronto per me.
Candido, soffice, profumato, il Thaibonnet non ha bisogno di sale. Aggiungo una tazzina di acqua fredda per bloccarne la cottura, delicata lo smuovo dal fondo, e dopo pochi minuti lo verso in una bella scodella.
Stasera ne ho cercata una di ceramica raku dai colori paludosi.
Aggiungo un filo di olio extra vergine di oliva e sposto i chicchi per farlo girare e lucidarli come un velo di giada liquida.
Prelevo piccoli bocconi, il profumo erbaceo dell'olio e' la parola scritta sulla carta del riso.
Le parole dicono:

Nella palude,
mi prendero' cura
io, riso, di te



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giovedì 13 settembre 2012

Multitasking


Oggi voglio fare un esperimento, fare una colazione sostanziosa e saltare il pranzo, che per motivi di orario di lavoro cade in un orario troppo presto per me. Poi alle cinque ho una pausa che voglio sfruttare per una merenda proteica, cosi da arrivare a cena non affamata ma neanche ingolfata.

Ho messo al lavoro la Rice Cooker su un multitasking: caffe', latte per fare il cappuccio e due uova alla coque. Lavo bene le uova perche' poi l'acqua calda mi serve per l'ultimo risciacquo della doccia, sono ancora senza gas!

Mentre si scaldano le cose, taglio a meta' un melone e con un cucchiaio lo svuoto dei semi. Meta' melone me lo mangio cosi, scavandolo con un cucchiaino.

Il latte e' caldo, ho usato latte di soia, voglio vedere se riesco a montarlo con il creamer per fare il cappuccino...lo lavoro e sopresa... viene cremosissimo!
Una spolverata di cacao amaro sul caffe' e verso delicatamente il latte nella tazza.
Prelevo le due uova e me le gusto lentamente, con quache granello di sale...ah che bonta'...adoro le uova.

...finita la colazione, aggiungo altra acqua a quella bollente, una spruzzata di aceto bianco, la verso nell'innaffiatoio che temporaneamente uso come doccia calda aromaterapica, qualche goccia di olio essenziale, oggi lavanda e ylang ylang, e mi faccio la doccia. La sensazione del rivolo di acqua calda profumata dopo la doccia fredda e' bellissima. Il profumo si spande per tutta la casa e sembra di essere in una SPA.

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lunedì 2 luglio 2012

Gazpacho Verde


Fa troppo caldo per cucinare, e per mangiare...così ho tirato fuori il frullatore a caraffa e mi sono inventata questa zuppa fredda di verdure, del gazpacho non ha nulla, ma era tanto per intenderci. Nel frullatore ho messo quattro pomodori ramati piccoli, congelati (e' il raccolto dell'anno scorso, ne avevano prodotti cosi tanti che li ho congelati per l'inverno) una zucchina affettata, due peperoncini verdi dolci e un peperone giallo, una cipolla bianca affettata, cinque coste piccole del sedano del mio balcone (comprese le foglie) mezzo bicchiere di aceto di vino rosso e acqua per permettere al frullatore di ottenere una crema fluidodensa, da mangiare al cucchiaio o bere direttamente da una tazza come fanno in Spagna. I pomodori congelati ghiacciano per bene il tutto e ne risulta un frullato fresco e dissetante, leggermente acidulo e saporito. Buonissimo!

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sabato 2 giugno 2012

Disintossicarsi dal glutine

Man mano che divento grande, scopro di reagire male a molti cibi processati. I sintomi classici delle intolleranze alimentari, piu' uno sfogo sempre nello stesso punto delle braccia e dolori alle articolazioni che altrimenti non sento. Questo mi ha fatto pensare. Come se il corpo lanciasse un messaggio che dice piu' o meno cosi: "Basta! Se continui cosi non avrai vita sociale, nessuno vorra' toccarti e te ne dovrai stare chiuso in casa perche' non potrai camminare ne fare" ...una specie di assaggio di un futuro probabile. Cosa intendo per cibi processati? A grandi linee tutto quello che ha avuto bisogno di una fabbrica per essere prodotto. Dai cibi amidacei ai dolci, dai piatti pronti alle carni precotte.
Sto male per i due giorni successivi.


Lascio allora ad altri la pasta, i dolci, la carne di maiale, la pizza, il pane raffinato, i cereali contenenti glutine.
E cerco di mangiare piu' naturale.
Cibi poveri della cultura contadina. Ho affettato con la mandolina finissima una cipolla bianca, un cetriolo sbucciato alternato e, a fette piu' grosse, un peperone. Li ho messi a bagno con un po' di aceto o di dolceagro.
Ho spezzato una frisella di grano duro cotta nel forno a legna di un panettiere di Laterza (l'unico altro pane per cui faccio una porzionatissima eccezione e' il pane di Altamura originale) e l'ho bagnata con una spruzzata d'acqua e poi anche lei dentro nell'aceto. Ho affettato due pomodorini, salati, aggiunto timo e olio extra vergine di oliva, ed ecco la Panzanella.

Ho messo un po' di tonno e ho girato.
Alla sera ne ho rifatta un'altra e l'ho accompagnata con un uovo sodo.

Oggi a pranzo ho finito la poca panzanella rimasta, e ho preparato per accompagnarla la polenta di grano saraceno.


In una pentola ho messo acqua e un pizzico di sale grosso, quando ha iniziato a bollire ho versato la farina di grano saraceno e intanto giravo per inglobarla velocemente con la frusta. La polenta di grano saraceno cuoce in pochi minuti, poiche' e' un cereale di una famiglia diversa da quella dei cereali propriamente detti, dopo 5 minuti e' gia' mangiabile. Io l'ho lasciata un po' fluida, ho messo il coperchio e dopo una decina di minuti era di una bella consistenza polentosa. Ho spento e ne ho prelevato due cucchiaiate. L'ho condita con pepe nero macinato fresco, olio extra vergine di oliva e timo fresco del balcone. Le ultime due uova sode e, a parte, un pochino di latte cagliato.
Non so perche' ma sento che mi depura, lo aggiungo a cucchiaini accanto alla polenta calda e lo lavoro con la polenta, lei si intiepidisce e lui si scalda e addensa un pochino. Se non vi attira l'idea del latte appena cagliato, si puo' sempre usare lo yogurt, anzi lo suggerisco. Alcuni esperimenti vanno fatti solo su se stessi.



Mangio cosi, semplicemente, i sintomi spariscono e ricomincio a stare meglio.

P.s. Il grano saraceno e' una Poligonacea, originaria dell'Asia centrale. Arrivata a noi con i Mongoli o le Crociate. Unico cereale a contenere anche un pochino di vitamina P, e' molto gustoso e ottimo anche freddo d'estate. Secondo la medicina cinese e' il piu' Yang tra i cereali, quindi contrattivo, terrestre, caldo. Asciuga il terreno perche' drenante e diuretico. Ed e' indicato anche a chi vuole mantenere il peso forma o lotta per perdere peso e ha le crisi di fame da glutine del grano tenero. Il glutine che permette alla farina bianca di lievitare ha in effetti nel nostro organismo, un effetto simile agli oppiacei. Questa exorfina, risultante dalla digestione peptica del glutine del grano tenero, altera il sistema ormonale, soprattutto quello legato all'insulina, e il senso della fame. Per liberarsi dalla schiavitu' oppiacea da glutine di grano tenero, il grano saraceno accorre in nostro aiuto. Donando senso di sazieta' ma non innescando il meccanismo perverso di addiction degli altri cereali piu' comuni, di cui il grano tenero e' in cima alla lista come pervicacia nel non mollare la preda. La preda siamo noi, il pane bianco, e tutti i cibi sopra menzionati, l'esca.
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domenica 6 maggio 2012

Thai Style Cut Pineapple


Stamattina sono ispirata, voglio riprovare a tagliare l'ananas come fanno in Thailandia.

Ho usato il mio coltello con la lama di ceramica, voglio un taglio preciso ed affilato. Per prima cosa ho tagliato il ciuffo e la base, che ho tenuto da parte. Metto l'ananas in verticale e taglio la buccia il piu' sottile possibile.

Tolta tutta la scorza, procedo ad incidere con dei tagli a V che seguano il disegno di distribuzione dei pungiglioni, come risulta evidente man mano che si eliminano, sono messi a spirale.


Eliminati tutti i puntini, e rifilato eventuali residui di scorza, ho tagliato verticalmente a meta' e poi in quattro l'ananas.

Ne ricavo otto fette, che possono essere dimezzate ulteriormente se l'ananas e' molto grande. Le dispongo in un piatto, utilizzando base e ciuffo come decorazione (chi vuole puo' provare a piantare il ciuffo in un vaso con un po' di terra, a volte spunta la piantina, ma non aspettatevi l'ananas, fa troppo freddo qui).



Io me ne sono mangiate un paio di fette a colazione, sublime...un frutto che sa di paradiso...

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