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domenica 9 maggio 2021

Keto Sandwich con Alga Nori


Finalmente ho individuato un pusher di alga nori con un rapporto qualità-quantità-prezzo accettabile.
Così mi accingo ad usare gli ultimi due dei cinque foglietti di alga nori pagati a peso d'oro, presi al supermercato, certa dell'arrivo del corriere domani con il prezioso pacchetto da 50 fogli di alga nori qualità Gold.
Questa volta voglio sfruttare il sapore marino delle alghe per abbinarle al classico abbinamento salmone/avocado. 
Per prima cosa lavo, taglio e tengo da parte il seme di un avocado ben maturo. Svuoto con un cucchiaio mezzo avocado e utilizzo la calotta per mettere pomodoro affettato e cipolla di Tropea tritata, la spruzzo con un po' di aceto di mele. Dispongo sul piatto salmone, rucola, e qualche fetta del cetriolo che ho messo in infusione con aceto di mele qualche giorno fa. Cospargo il tutto con semi di lino dorati e semi di sesamo nero, li ho tostati brevemente a secco in un padellino. Con le forbici faccio un taglio che arrivi fino a metà verso il centro, partendo da un lato del foglio di alga nori. Dispongo gli ingredienti nelle sezioni e con un movimento di ribaltamento su se stessi, ripiego l'alga nori fino a formare un sandwich dove gli ingredienti sono separati da uno strato di alga.
Lavo il seme dell'avocado e lo semino nella terra. Ho delle piantine che hanno già 4 anni! 
Mi gusto questo fantastico sandwich morbido, ricco di sapore umami, di consistenze diverse e sano.












mercoledì 12 luglio 2017

Ricordi di Alghero


Alghero mi è rimasta nel cuore, una vacanza con una bella amica, il vento in faccia perchè pedalavamo veloci in bicicletta, le spiagge candide e il mare cristallino, il silenzio dei pomeriggi nelle vie acciottolate, le penniche, il sole, il cibo e il vino. Le spese sane, con grandi insalate di pomodori freschi, cetrioli e peperoni croccanti, cipolla, il pane e la ricotta di pecora. Il pesce e la carne alla griglia, i formaggi meravigliosi della Sardegna, il porceddu del ristorante della Barbagia, la lingua bollita condita solo con sale grosso prezzemolo e l'olio extra vergine delle campagne intorno, il vino, Cannonau, Capocaccia, Monica di Sardegna...
Stasera ho aperto una bottiglia di Capocaccia di Sella&Mosca, ne verso poco in un bel bicchiere, intanto preparo il piatto che andrò a gustarci insieme. 
Taglio un pomodoro, aggiungo i germogli che ho coltivato negli ultimi giorni, una cucchiaiata di hummus e mezza ricotta di pecora. Il profumo del vino e il suo sapore si sposa con la grassa cremosità della ricotta. A volte basta solo un dettaglio per rendere speciale una cosa. 

sabato 25 giugno 2016

Un panino, Due Panini







Quando ero piccola, c'era questo pane, la ciabatta, che adoravo. Croccante, bassa, con la mollica rada, fresca e morbida, con grandi alveoli che la rendevano aerea e giusta per far arrivare i sughetti dritti alla crosta. Per tanto tempo non ho più trovato un pane così. Sembrerebbe che abbiano perso la ricetta per fare la vera ciabatta, e ti rifilano questi pani enormi, ovoidali tondeggianti, pieni di mollica compatta, e tanta. Troppa.
Poi un giorno ho scoperto che l'esselunga fa il bastoncino francese, che si avvicina molto al ricordo della ciabatta che mangiavo da piccola.
I miei pani preferiti sono la michetta, la ciabatta e l'altamura, che una volta si chiamava semplicemente pane pugliese
Il pane pugliese lo mangiavo spalmato di nutella, che mia mamma metteva parcamente e io dovevo stringere la fetta tra le dita finchè la nutella faceva le onde lussuriose per farlo assomigliare a quello della foto sul vasetto. Oppure lo mangiavo con un po' di pomodoro e olio schiacciati sulla fetta e un pizzico di sale. Come una bruschetta fresca.

Ahhh la bruschetta...strofinata ancora ustionante di griglia con un bello spicchio d'aglio che si consuma sotto le dita sulle asperità della fetta, un filo d'olio e gnam...

La michetta era la merenda di quando ero piccola, tagliata a metà orizzontalmente, una parte, quella concava, con burro e zucchero e l'altra metà con olio e sale. Prima mi mangiavo la metà dolce e poi quella salata, sempre adorato sentire il sapore del sale dopo il gusto dolce.
E la ciabatta... la ciabatta si prestava a tutte queste alternative, e poi era adatta con il formaggio o con la cotoletta impanata, con il prosciutto e anche da sola. Te la portavi in gita, confezionata per bene e quando la mangiavi, lì seduta su un prato, era la cosa più buona del mondo.

Oggi ho voluto provare a condirla in tre modi, avevo un pochino di feta da far fuori, dei fagioli cannellini, una cucchiaiata di crescenza, un pomodoro cuore di bue. Ho condito con un filo di olio extra vergine di oliva e cosparso con pepe nero macinato al momento.
L'unione crescenza-pomodoro è una delle mie preferite di sempre. Non c'è storia.
L'unione con la feta ha esaltato il sapore neutro dei cannellini, che avevo cotto senza sale. Ci sarebbe voluta qualche foglia di basilico fresco...
Pranzare così, a volte mi piace. Sentire lo scrocchiare del pane fresco sotto i denti è un rumore che adoro, che mi riempie e mi fa felice.
E' una felicità bambina a cui bastano le piccole cose.

mercoledì 30 dicembre 2015

Dalle Ande al Tirolo passando dalla Svezia giù per l'Olanda


Sono sempre stata attratta dai cibi naturali, i chicchi dei cereali, i cibi etnici, alternativi ai carboidrati e che maggiormente vengono serviti come piatto unico.
Nello stesso tempo, spesso, all'attrazione seguiva la delusione, cous cous che sanno di cartone, granaglie ostiche alla masticazione e poco malleabili nell'assorbimento dei condimenti...semi così minuscoli da non dare soddisfazione ne nello scrocchiare sotto i denti, ne nell'accarezzare il palato con consistenze vellutate.

Poi la vigilia di Natale, a cena da amici, provo per la prima volta la Quinoa. Condita semplicemente con zucchine e gamberi, la Quinoa mi ha affascinato. Un sapore gradevole, una palatabilità estrema, morbida e gustosa, senza retrogusti strani.

Così, dopo averne studiato le proprietà, adatta ai celiaci, altamente proteica e saziante, senza l'effetto rebound degli amidi, che dopo due ore hai ancora una fame che ti sbraneresti il tavolo, dopo aver sfogliato qualche ricetta, vedendo che ha la versatilità del riso, ne compro due pacchetti, tricolore e normale.

Estremamente rapida da preparare, altro punto a favore, come il riso thaibonnet o jasmine, in 10 minuti è pronta, cucinata per assorbimento. Non vuole sale nell'acqua (ottime notizie per la pressione alta e la ritenzione idrica), si insaporisce semplicemente, calda o tiepida, con verdure e condimenti di tutte le stagioni.

Ho preparato la tricolore. Metto un bicchiere di Quinoa e due di acqua, porto a bollore e abbasso la fiamma. Dopo 10 minuti spengo e lascio riposare, l'acqua rimasta verrà assorbita, gonfiando i semi e rendendoli morbidi e traslucidi. Aggiungo solo un pochino di olio extra vergine di oliva.
La base è pronta. Avevo una cipolla di Tropea e un pomodoro cuore di bue, che ho rosolato leggermente in padella, con erbe aromatiche fresche e una foglia di alloro.
Manteco la Quinoa con il sughetto di pomodoro e cipolla e, non avendo altro in casa, aggiungo un po' di tonno sgocciolato sommariamente del suo olio.
Sul fondo della ciotola in legno ho disposto del prezzemolo tagliuzzato grossolanamente un bel mazzo, compresi i gambi, Mescolo il tutto e lascio riposare mentre mi gusto un po' di brodo caldo del minestrone dell'altro giorno.
Preparo come accompagnamento due fette Surdeg råg della Wasa, fatte con segale e lievito madre, ci adagio sopra delle fettine di carré magro Tirolese, e una fettina di formaggio Maasdam.
Il carré è uno speck magro, affumicato, io adoro il gusto affumicato anche se non lo digerisco molto, il formaggio Maasdam, una specie di groviera con i buchi, dal sapore delicatissimo, prodotto in Olanda, mitiga il gusto affumicato e si sposa con la croccantezza della fetta del pane Svedese.

Ho fatto mezzo giro del mondo in un piatto, come piace a me.
E ho gustato tutto fino all'ultimo morso.



La sera dopo, ne ho fatto un tortino, servito a temperatura ambiente, per la cena dell'ultimo dell'anno.