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sabato 12 settembre 2020

Ode alla Patata Schiacciata


C'è una cosa che io adoro tantissimo tra tutte quelle che si possono fare con le patate: la patata schiacciata.
La patata schiacciata è la cugina povera del purè, quella che non compare su i libri di ricette e di certo neanche nei menù dei ristoranti. Nessuno la elenca tra i piatti che sa fare ma segretamente ha un posto nel cuore di moltissime persone.
Il modo migliore per avere una patata schiacciata da leccarsi i baffi è cuocerla intera e con la buccia. 
Questo nonostante la patata schiacciata sia fatta la quasi totalità delle volte partendo dalla patata che si è usata per fare il lesso e quindi cotta senza buccia. Nel lesso la patata senza pelle assorbe molti liquidi, che sono però impregnati di sapori di cipolla, carote e sedano e ovviamente della carne. Rimane acquosetta e si schiaccia più facilmente con la forchetta perché cede subito. Si fa in velocità intanto che si aspetta il piatto principale, a volte direttamente in cucina, in piedi con il piatto in mano.
Ma se uno vuole proprio mangiarsi La Patata Schiacciata, con le maiuscole, conviene cuocerla a parte, con la buccia ben spazzolata e mettendola subito nell'acqua fredda per cuocerla. Per una patata grande come un pugno o poco più si calcolano 35 minuti totali, da quando si accende il fornello sotto la pentola con dentro acqua fredda e patate coperte con il coperchio, alla fine dei 35 minuti la patata va saggiata infilando la lama di un coltello ben appuntito per vedere se dentro è cotta. Per non perdere una delle qualità che fa della patata schiacciata questa delizia sopraffina, bisogna mantenere la sua temperatura simile al centro del pianeta terra, quindi andrà sbucciata velocemente e subito trasferita in un piatto già tenuto al caldo vicino alle pentole in cottura.
La velocità è necessaria anche nel tagliarla a pezzi quel giusto che basta a rendere il lavoro della forchetta più agile nello schiacciarla. Un pizzico abbondante di sale da cospargere su tutta la superficie ormai schiacciata e fumante e un giro di olio extra vergine di oliva buono. Il calore della patata esalterà il profumo dell'olio, i cristalli di sale brilleranno come diamanti. 
Per i più grandi si può azzardare una macinata di pepe nero, ma la nostra bella rende al suo massimo in purezza: olio e sale. 
Con quattro forchettate è finita, sulla lingua ancora si percepisce la granulosità della polpa della patata contrapposta a quella dei granelli di sale. Il sapore dell'olio assorbito completamente ma distinto ed esaltante.
Quattro forchettate di lava paradisiaca, nel silenzio della cucina, senza pensare a null'altro.
Ondate di ricordi e commozione. 

venerdì 10 luglio 2020

Toast con Pane Rustico per Giornate Estive


Fa caldo. Molto caldo, troppo. E di giorno non si ha voglia di mangiare. Così ti viene la sensazione di fame la sera tardi o il mattino presto se non hai cenato. E in quel momento, nella frescura del mattino che precede la sveglia di tutti, quando il sole non ha ancora potuto riprendere il sopravvento, il calore della piastra dove abbrustoliscono due fette di pane rustico, Altamura o casereccio, trattate come se fosse un toast con prosciutto cotto e una fettina di formaggio che sta fondendo, il calore non da fastidio, si spande il profumo del pane tostato per casa, l'odore del caffè e ci si gode questa cena leggera e croccante nell'unica ora della giornata possibile: alle 5 del mattino. Un po' di verdura da sgranocchiare, una carota viola dal gusto curioso, qualche acino di uva dolcissimo, un pezzetto di formaggio morbido e saporito, un pomodoro preso direttamente dall'orto, profumato e carnoso. Bello svegliarsi così!

mercoledì 15 agosto 2018

Soft boiled eggs alle 6 del mattino


In questi giorni di caldo afoso, ringrazio il fatto di aver deciso di prendere una decina di giorni di ferie, a casa. Sono stati giorni che mi hanno reso moltissimo, dedicati alla creatività e all'ordine della casa. Un ordine concettuale che si riflette anche sulle scelte da fare nella vita.
Il pomeriggio e la notte sono i momenti più caldi, giro per casa vestita come una antica greca, peplo e capelli raccolti sotto un turbante di cotone, ho scoperto che sento meno caldo così che a lasciare i capelli liberi.
Mi sveglio presto al mattino, è l'unico momento fresco della giornata e della notte, con il caldo non sto mangiando molto e al mattino mi sveglio affamata.
Navigando su Instagram, ho trovato una ricetta per ottenere delle uova bollite con il tuorlo morbido, ho provato a farle.
Nel video di Emily, si vede cuocere 6 uova alla volta. Lei fa colazione tutte le mattine con verdura e un paio di uova e così le prepara in anticipo, riscaldandole poi nel fornetto al momento di mangiarle.
Porta a bollore una pentola di acqua. Quando bolle, spegne il fuoco, mette le 6 uova, rimette il coperchio e riaccende il fuoco al massimo. Punta il timer su 7 minuti (8 se si trova a Brooklyn) e appena riprende il bollore SPEGNE. A questo punto lascia tutto così finché il timer finisce la sua corsa contro il tempo. Prende la pentola, toglie il coperchio e la mette sotto il getto dell'acqua fredda.
Sguscia le uova subito e poi le tiene in un contenitore ermetico finché non le servono per la colazione.
Queste mattine, svegliata presto da messaggi del passato, ho provato a farle.
Ne ho fatte due, seguendo il procedimento tassativamente. Quando le uova sono cotte e sono sotto il getto dell'acqua fredda, delicatamente crepo il guscio su tutta la superficie, così che l'acqua fredda penetri nella parte sottostante e faciliti la sgusciatura e l'ottenimento di uova lisce e uniformi.
Ho condito della cicoria con un pochino di olio extra vergine di oliva sbattuto con aceto di mele e un filino di senape al miele. Ho della marmellata di limoni da mettere su un paio di fette biscottate.
Nel tempo di cottura delle uova ho spremuto un paio di arance. Ho fatto il tè.
Sorseggio il tè, e mi gusto le uova tiepide che ho insaporito con una macinata di pepe di Sichuan. 
La spremuta profuma l'aria fresca del mattino. Sono le 6, c'è un silenzio irreale e bellissimo, che solo agosto riesce ad ottenere. Leggo i messaggi e rifletto.


Emily Sugars0g (ora sugars0g)



mercoledì 18 gennaio 2017

Portarsi Avanti






Come spesso accade, quando cucino e ho tempo, porto avanti più ricette completamente. Imposto contorni o verdure da utilizzare nei giorni a seguire e intanto preparo il pranzo o la cena del momento.
Oggi ho fatto della catalogna in padella con aglio, olio e peperoncino, dieci minuti ed è pronta, dei cavoletti di Bruxelles al vapore, ne ho tenuti alcuni invece da tagliare e mangiare crudi in insalata, non sono male! Ho preparato del brodo vegetale che potrei congelare, fatto con porri e verza, e ne ho unito un po' al minestrone dell'altro giorno, così da scaldarlo e diluirlo.
L'insalata è una mista di soncino, pan di zucchero, peperoni e cavoletti crudi, il cuore della catalogna che amo tanto, olive nere, una manciata...
Cucinare così, portarmi avanti, mi gratifica e mi fa sentire super efficiente. Che bello!





mercoledì 23 novembre 2016

Rabbit rabbit rabbit - Ricordi di estati bambine

So che con questo post potrei deludere qualcuno, ma a me il coniglio piace molto, ed è legato a ricordi di infanzia, quando mia mamma lo cucinava la domenica per pranzo. Come me, ogni volta era diverso, cambiava le spezie e le erbe aromatiche, lo infarinava oppure no, lo sfumava con il vino bianco o rosso, oppure con l'aceto, ci metteva l'aglio o la cipolla o tutt'e due...
Quando mio fratello andò a vivere da solo, una delle telefonate che ricordo è stata una domenica mattina, voleva la ricetta per fare il coniglio come la mamma. E così, al telefono, gli ho spiegato le fondamenta della creazione di una ricetta mai uguale partendo sempre dallo stesso ingrediente. 
Come qui, niente dosi, tutto a occhio e a naso e a udito, perché il cibo scrocchia, scoppietta, sibila, fa rumore, manda un buon odore quando è pronto e mentre lo mangi può avere consistenze tattili così diverse, morbido, croccante, denso, cremoso...
Oggi ho messo solo cipolla a dadini, alloro e salvia, bacche di ginepro e chiodi di garofano a rosolare in un tegame con un pochino di olio di vinaccioli. 

L'olio di vinaccioli l'ho comprato per usarlo, miscelato con olii essenziali, dopo la doccia per idratare e nutrire la pelle del corpo. E' leggero, inodore e ricco di vitamine e antiossidanti per la bellezza della pelle. Lo metto con la pelle ancora ricoperta di gocce d'acqua, massaggio e tampono con il telo. Si assorbe magnificamente lasciando la pelle profumata, setosa e per niente unta.

Dopo poco ho aggiunto i pezzi di coniglio e tre patate sbucciate e lasciate intere, ho fatto rosolare tutto da tutti i lati, ho sfumato con aceto di riso e messo l'avanzo di brodo dell'altra sera, copro e lascio sobbollire a fuoco lento. 

Nei quaranta/cinquanta minuti che ci vogliono per cuocere, ogni tanto giro i pezzi, aggiungendo un pochino di acqua solo alla fine e mi dedico alla cura dei capelli e alla doccia. Ho fatto i mestieri e la casa profuma, ho acceso candele un po' dappertutto, è il mio giorno di riposo e oggi lo vivo così.

Il coniglio è pronto, la carne morbida e il sughetto denso e saporoso. Le patate si tagliano con la forchetta, osservo il fumo uscire. Ho preparato un tè verde speziato, io detesto il tè verde, preferisco quello nero, ma fa bene e ho trovato questi tè verdi aromatizzati che sembrano i miei amati tè neri indiani...
Metto un pochino di Ajvar vicino alle patate e mi gusto in pace il mio coniglio.

L'Ajvar è una salsa serbocroata diffusa anche nel resto dei balcani occidentali più caldi e a Trieste, Gorizia, Udine. A base di peperoni e melanzane, cotti al forno, spellati e ridotti in purea, e addensati ulteriormente cuocendoli per ore in una pentola a fuoco basso aggiungendo aglio e peperoncino, a seconda della quantità di peperoncino l'ajvar può essere dolce o decisamente piccante. Alla fine si aggiunge un pochino di sale, a volte aceto, si chiude in barattoli di vetro e si sterilizza. 
Spalmata sul pane o per accompagnare patate, patatine fritte, verdure, carne, raznici, cevapcici e pljeskavica, l'ajvar fa parte di quelle conserve molto diffuse anche nel sud italia, che permettono di godere delle verdure estive in pieno inverno, portano calore e sole e aiutano a traghettare fino alla prossima estate. Ha un gusto buonissimo, per me carico di ricordi di estati bambine passate in Yugoslavia, mangiando i raznici, con la cipolla cruda e il pane rustico e delizioso, patatine fritte vere e non industriali, e dolci a base di sfoglie, noci e miele simili a piccole baklava.  

Erano giorni felici e semplici. 

mercoledì 12 ottobre 2016

Germogli - Come Crescere un Super Alimento in Casa


Ho ricominciato a coltivare i germogli, per come si fa c'è scritto tutto qui, e qui. Questa volta ho usato lenticchie umbre e semi di alfa alfa, le lenticchie sono state velocissime e le sto gustando in diversi abbinamenti questi giorni. Nel frattempo ho ampliato il germogliatore e messo in cantiere altri semi, il ciclo continua. Buona coltivazione!









giovedì 19 maggio 2016

Risotto al Cointreau e Risotto all'Avocado


Avevo questi due avocado ormai maturi e avevo voglia di risotto...
Ho messo nella padella antiaderente ceramicata, un cipollotto tagliato fine, gambi compresi, e l'ho fatto rosolare leggermente con un pochino di olio di avocado biologico. Ho aggiunto il riso Arborio, due pugni di riso a persona più una per la pentola, e l'ho fatto brillare. Una volta tostato, ho sfumato con il Cointreau e aggiunto il brodo vegetale. Il riso Arborio ci mette circa 15/17 minuti, di solito non lo uso per i risotti, preferisco il Vialone Nano o il Carnaroli, ma non li avevo in casa e l'Arborio, che tengo per fare il riso in bianco, era l'unico utilizzabile tra il Thaibonnet, il Jasmine, Il Basmati e il riso integrale rosso...
Comunque, aggiungo il brodo vegetale finché il riso è quasi a cottura, a questo punto lo suddivido in due parti, ho già preparato uno dei due avocado, pelato e schiacciato, in una ciotola, ci metto una parte di riso e mescolo delicatamente per mantecare riso e polpa di avocado, aggiungo un pochino di succo di lime (o limone) e lascio riposare. Sulla restante parte del riso, spruzzo un po' di Cointreau, giro e lascio riposare.
Ho impiattato il risotto all'avocado con il coppapasta, e l'ho decorato - condito con una striscia di pepe nero macinato al momento, una striscia di pepe bianco finissimo e una striscia di polvere di chili piccante. Niente condimenti, l'avocado contiene già degli ottimi grassi di suo.
Sul risotto al Cointreau ho macinato solo del pepe nero e ho fatto colare qualche goccia di olio di oliva extra vergine.
Ottimi tutte e due, il risotto all'avocado, acidulo e delicato, lo vedo bene anche mangiato in estate, fresco, accompagnato da un cocktail Margarita per un aperitivo un po' diverso.
Il secondo al Cointreau, profumato di agrumi è un risotto in realtà semplice ma dignitoso, una variante dolce al risotto classico, che accompagnato da un Prosecco fa comunque la sua porca figura... 

...e l'olio di avocado? ...ha un sapore troppo intenso e cotto non va bene. E' stato un esperimento, perché in realtà l'ho comprato per usarlo sul corpo dopo la doccia, con qualche goccia di olio essenziale di ylang ylang, uno dei miei preferiti, o di neroli o quello che più si preferisce, dona una pelle nutrita e setosa, non unta e profumata divinamente, per sonni tranquilli e risvegli con pelle da fata. 




mercoledì 15 gennaio 2014

Filetti di Platessa agli Agrumi e Profumo di Sicilia


Ieri sera ero di fretta e ho fatto l'errore di mangiare due pezzetti di pizza. Non farò la lista dei malesseri che mi ha provocato fino al giorno dopo, ma decisamente la pizza me la devo scordare.
Cosi stasera ho cucinato un po' di polenta di grano saraceno, che per me è un toccasana, mischiandola con un po' di quella di mais bianco. La polenta di mais ha bisogno di circa 35 minuti di cottura, si versa a pioggia in acqua a bollore, leggermente salata, stando attenti a non fare grumi. Io uso la pentola del Tajine, così, quando è bella liscia e omogenea, aggiungo un pochino di acqua, metto il coperchio, e la lascio andare senza più girarla. Mi piace morbida.
Nella padella antiaderente ceramicata ho messo il succo di un'arancia e di un limone, e i filetti di platessa. Quando la polenta è quasi pronta, accendo sotto il pesce, cuoce rapidamente, tolgo i filetti e li tengo in un piatto, alzo la fiamma e faccio evaporare il sugo che, contenendo gli zuccheri dell'arancia, caramellizza  leggermente. Rimetto i filetti nella padella e li insaporisco girandoli sui due lati.
Metto il pesce accanto a un po' di polenta, su tutto spargo il pepe macinato fresco, le sommità fiorite dell'origano di Sicilia e un filo di olio extra vergine di oliva. Ho tagliato a cerchi un peperone rosso e preparato una concassé di pomodoro con sale rosa e pochissimo olio extra vergine di oliva.
La polenta si abbina meglio con il pomodoro, mentre l'unione del sapore dolce del peperone crudo con l'aspro del pesce è una bomba per il palato. Il pesce è aspro, carnoso, fresco e pulisce la bocca e così il peperone che scrocchia succoso sotto i denti. Buonissimo.
I malesseri sono passati e sto bene.

sabato 11 gennaio 2014

Risotto alla Zucca Express

 Avevo in casa ancora metà zucca che ho usato l'altro giorno per farla al forno. Oggi è un giorno grigio e freddo. Sono dovuta uscire di corsa per andare a fare delle commissioni e invece ho voglia di casa.
Metto a bollire un po' d'acqua, uso il bollitore per il tè, e intanto lavo, sbuccio, affetto, privo dei semi e riduco a tocchetti la zucca.
 Recupero due pezzetti di crosta di grana e butto tutto nella padella antiaderente ceramicata con un cucchiaino di olio extra vergine di oliva. Il grana comincia subito a fondere, la padella è già calda.
 Quando la zucca si è rosolata per bene, metto due pugnetti e di riso a persona più uno per la pentola. Muovo velocemente il riso con il cucchiaio di legno, per farlo brillare per bene. Ho usato Vialone Nano, uno dei miei risi preferiti per fare il risotto. Sfumo con uno spruzzo di cognac (ma vino bianco potrebbe andare bene comunque...) e faccio insaporire uniformemente.
 Verso l'acqua bollente, sovrastando il riso e la zucca di un dito scarso, un cucchiaino di bordo granulare iposodico Sohn, giro, e lascio cuocere così, senza più toccare il riso, fino ad assorbimento.
Ci mette circa un quarto d'ora, il tempo del riso per cuocere a puntino. Spengo, metto un fiocchetto di burro e una spolverata di grana grattugiato. Siccome il riso ha assorbito tutta l'acqua in cottura, ne aggiungo circa mezza tazzina da caffè, a occhio, per aiutare a mantecare. Mescolo delicatamente e copro.
Dopo circa tre minuti il risotto è pronto, morbido all'onda e soavemente profumato. Lo impiatto e finisco di condire con l'ultima spolverata di grana e un filo di olio extra vergine di oliva.
Ho acceso una candela, anche se è mezzogiorno, rompe il grigiore con il suo piccolo sole caldo.
Bon apetit!


sabato 23 novembre 2013

Catalogna, pak choi e olive da cuocere

 Il Pak Choi è una verdura che si trova abitualmente sulle tavole del sud est asiatico, assomiglia alle nostre coste, ma ha un sapore delicato e leggermente acidulo, per niente amaro, che lo rende un accompagnamento fresco e che pulisce la bocca. Dopo averle lavate le ho semplicemente adagiate nella padella antiaderente ceramicata dove stavano andando la catalogna, Con un po' di attenzione e il poco condimento che uso, riesco a sfruttare una padella sola e a produrre due verdure senza che si mischino i sapori. Una volta cotte, circa 10 minuti, le ho condite con un filo di olio extra vergine di oliva e la fusione di due continenti è avvenuta con gran beneficio per tutti i e due.
 La catalogna, questa volta, l'ho preparata aggiungendo, alla mia ricetta base, anche peperoni e olive da cuocere. Le olive da cuocere si trovano solo intorno a novembre in alcuni negozi o grandi supermercati, provengono dalla puglia, e normalmente si fanno cuocere in un padellino con pomodoro e aglio, per circa una ventina di minuti, in cottura rilasciano il loro sughetto delizioso e si gustano con pane di altamura. Io le ho usate per aggiungere un tocco amarognolo alla catalogna, che ho tagliato a tocchetti e messo in padella con un pochino di olio extra vergine di oliva, peperone giallo tagliato a listarelle e una volta rosolate ho aggiunto solo un scarsissima quantità di acqua, per portare a cottura le erbe.
Ho servito le due verdure accompagnandole con tonno sott'olio di oliva, filettoni per la precisione, che secondo me si sposano benissimo con questi sapori di verdure amare e dolci. Un pranzetto sano e delizioso!

mercoledì 12 giugno 2013

Il Cibo che Cura - II

Ecco, oggi avevo voglia della mia insalata preferita: cicoria, pomodoro e cipolla. Alla quale ho aggiunto del cetriolo che avevo affettato sottilissimo e messo a macerare nell'aceto, in un barattolo. Nello stesso barattolo ci metto anche la cipolla, nel frattempo che preparo, si rende piu' digeribile a contatto con l'aceto. Agito il barattolo. Affetto sottilmente il pomodoro e lo cospargo di sale sbriciolato con le dita. Un filo di olio extra vergine di oliva. Scolo cetrioli e cipolla e li adagio sul cicorino, condisco il tutto con il tutto ed e' buonissima!
P.s. Perche' fa bene? Perche' ho il raffreddore e non sento i sapori, perche' la cipolla cruda e' una panacea per quasi tutti i malesseri e perche' e' il mio cibo,  ha il sapore di una cosa che negli anni e' diventata mia.

sabato 1 giugno 2013

Zucchine e Porri al Curry Garam Masala

Oggi ho preparato questo tris di verdure speziato che mi servirà domani. Stiamo preparando la coreografia di flamenco e andremo avanti ad oltranza...
Ho messo una decina di pomodorini a grappolo, tagliati a metà, nella padella antiaderente ceramicata.
Ho poi tagliato per il lungo due zucchine, ricavandone otto fette per ciascuna zucchina, e ho tagliato a metà per il lungo un porro, e poi affettandolo ne sono venute dei fili.
Messo anche loro in padella, aggiunta un pochino di acqua, coperto e cacciato in forno statico a 230°.
Dopo circa 40 minuti si sente un profumino, l'acqua è quasi asciutta, aggiungo un goccino di olio e una spolverata generosa di Garam Masala e una di Curry, giro le verdure di modo che si miscelino con le spezie e rimetto in forno, coperto, per altri 10 minuti.
Prelevo le zucchine e i porri e li dispongo nel piatto, cercando di mantenere la verticalità, in un angolino metto i pomodorini e un pochino del sughetto che si è formato.
Semplici e gustose, sane e saporite. Domani aggiungo una frisella e un po' di bresaola e la merenda flamenca è fatta.


mercoledì 8 maggio 2013

Pesci

Ieri improvvisamente mi è tornata la voglia di mangiare pesce. E' una cosa strana questa, il pesce mi piace ma ultimamente l'odore mi dava fastidio, soprattutto se crudo. Ieri invece, improvvisa, ho pensato al tonno. Mi pregustavo delle verdure che avevo già preparato mischiate con il tonno. So che il tonno in scatola non c'entra niente con il discorso che ho iniziato a fare, ma non so come spiegarlo, per me è collegato.
Così ieri sera quando sono andata a cena dai miei, trovare un magnifico piatto di carpaccio di tonno e un altro pesce bianco, credo branzino, cotti solo con il succo di limone, un po' di olio extra vergine di oliva e qualche frutto di bosco, è stata una sorpresa graditissima. Mi sono mangiata il piattone con gusto. I frutti di bosco, lamponi e mirtilli, stranamente si sposano in maniera divina con il sapore del pesce marinato. Prendo un pezzetto di tonno e un lampone, e l'esplosione di gusto sulle papille è una meraviglia. Il lampone ha un sapore molto peculiare, è dolce e aspro e profumato...con il tonno che è morbido e carnoso si amalgama e crea un nuovo sapore, inedito e curioso, buonissimo.

Stamattina alle dieci avevo già fame, ho temporeggiato ma poi...ho aperto una scatola di tonno pazzesco e buonissimo, l'ho sgocciolato dell'olio di oliva, e l'ho messo in una bella ciotola bianca. Ho unito le verdure già preparate ieri, melanzana a cubetti, peperone a listarelle e radicchio di Chioggia a spicchi, che avevo stufato lentamente in padella con solo un cucchiaino di olio extra vergine di oliva e due cucchiai di acqua. La Chioggia è amarognola, il peperone invece dolcissimo. E la melanzana morbida e sugosa del succo rilasciato dalle altre due verdure. Assaggiavo un trancio di tonno con una verdura o con l'altra e ogni volta era un alternarsi di sapori. Il tonno si sposa con tutte e dona a tutte una  consistenza carnea e delicata. Ho mangiato alle undici e mezza. Avevo fame. Ora un bel te caldo ed esco. Fuori mi aspetta una magnifica giornata.

mercoledì 1 maggio 2013

I Due Volti della Stessa Minestra

Oggi a pranzo ho preparato degli asparagi, cotti in poca acqua e lasciati belli al dente, conditi solo con un'emulsione di olio extra vergine di oliva e succo di limone, erano di un verde brillante e perfetto. Li ho usati per accompagnare delle scrambled eggs  morbidissime. Pensavo di cimentarmi nelle uova in camicia, che non ho mai fatto, ma mio papà adora le uova strapazzate e allora ho incrociato le dita e le ho fatte, di solito mi vengono troppo cotte e asciutte e con quell'odore di freschino che non mi piace. Questa volta ho messo un cubetto microscopico di burro e un cucchiaino di olio extra vergine di oliva, giusto per ungere la padella. Ho sgusciato quattro uova e le ho rotte immediatamente mischiandole un po' ma non troppo. Il fuoco basso. Mentre trasferivo gli asparagi in un piatto e ci versavo sopra la citronette, le uova hanno iniziato a rapprendersi. Con una spatola ho velocemente portato i bordi verso il centro e ho spento il fuoco. Ho lavorato di spatola fino a che il bianco non fosse morbidamente rappreso ma il giallo avesse ancora l'aspetto untuoso e soffice. Le ho spadellate subito nei piatti e abbiamo messo solo un pizzico di sale. Le uova strapazzate continuano a cuocere ancora un po' pure nel piatto, quindi va calcolato anche questo tempo nel totale della cottura. Per concludere ho condito, con la citronette rimasta dagli asparagi, un piatto di cicoria matta tagliata sottile sottile e pomodori a cui ho aggiunto uno scalogno che se ne stava a rondelle immerso nell'aceto dall'inizio della preparazione di tutto. Non ci sono foto, mio papà e io avevamo fame e ci siamo gustati questi sapori che si combinavano perfettamente. Una fettina di lardo appoggiata delicatamente sulle uova strapazzate e un pochino di gorgonzola con la cicoria matta hanno rappresentato l'unico strappo alla dieta. Il pranzo è stato rilassante e piacevole, abbiamo chiacchierato tanto e ci siamo bevuti due caffè a testa. Bello!
Stasera quindi avevo fame. Ho tagliato una piccola patata e una patata dolce a cubetti, due coste di sedano e due porri a rondelle e ho messo tutto nella pentola a pressione con del brodo di pollo che avevo in frigorifero. 10 minuti di cottura dall'inizio del fischio e la minestra era pronta.
Ne ho mangiati due piatti, il primo con una cucchiaiata di crescenza spolverata di peperoncino piccante e la seconda con una grattugiata di grana padano. Entrambe hanno ricevuto la loro C di olio extra vergine di oliva a crudo. Buonissimo.
Mentre la minestra cuoceva, ho sbucciato e affettato un avocado. Era morbidissimo e cremoso, l'ho cosparso di pepe nero macinato al momento e succo di limone. Ne ho mangiato metà a fine cena, l'avocado fa benissimo alla pelle e ai capelli. L'altra metà, domani, me la gusterò con un po' di bresaola Chiavennasca. Una delizia.

martedì 30 aprile 2013

Ratatuja

Stamattina ho rovistato nel frigo, era qualche giorno che non cucinavo a casa, e ho trovato che le verdure stavano un po' appassendo...dopo aver fatto una cernita, ho affettato due zucchine, due melanzane, un peperone e un pomodoro, direttamente nella padella antiaderente ceramicata. Ho aggiunto uno spicchio di aglio schiacciato con la lama del coltello di piatto, qualche foglia di basilico e un cucchiaino di olio extra vergine di oliva. Girato le verdure, messo il coperchio e infornato tutto in forno caldo a 210° ventilato. Dopo circa un quarto d'ora il profumino della ratatuja si spande per casa ed è una delizia.
L'ho mangiata stasera, accompagnata da un trancetto di salmone al vapore con semi di finocchio, donatomi da Lucky che fa anche delle splendide insalate con tante piccole cosine buonissime dentro, un dito di Cannonau, uno tra i miei vini preferiti, che secondo me si adatta alla pastosità grassa del salmone, e per concludere la cena fragole, pera e banana conditi con solo succo di limone.
...ah! ...e un pezzetto di zenzero candito.

mercoledì 17 aprile 2013

Sapore d'Infanzia



Oggi sono andata a fare delle commissioni con la mia amica Anna. Tra le altre cose ho trovato un accessorio must have da cui ho fatto fatica a separarmi...siamo andate in un negozio specializzato che vende principalmente palloncini, ce ne sono di tutti i tipi. Lei ha preso un palloncino enorme, gonfiato con l'elio e poi io me lo sono legato al polso e siamo uscite dal negozio così. Era bellissimo! Camminare per le strade della cittadina con il palloncino al polso...vorrei farlo sempre!
Nei vari negozi in cui abbiamo curiosato, siamo state anche in una panetteria che fa una focaccia genovese speciale. Io non so se è una questione di farina o di olio o di acqua...ma era davvero come quella che mangiavo da bambina, quando per quattro mesi ho frequentato la scuola elementare a Rapallo nel quartiere S.Anna. Alla mattina partivo a piedi, i soldini che mi aveva dato mia zia, in mano per comprare la merenda per l'intervallo. Mi fermavo in una panetteria sulla strada e compravo sempre un pezzo di focaccia salata. Me la mangiavo camminando per strada, ero una bambina timida, per una qualche misteriosa ragione che non ricordo non volevo mangiarla all'intervallo con tutti. Camminavo nelle viette e mi mangiavo la mia focaccia che era buonissima. Nell'intervallo mi sedevo sotto un grande albero nel cortile della scuola e leggevo il mio libro di scuola che era diverso da quello che usavano li. Come il grembiule. Me ne stavo li, una figuretta magra magra persa in un grembiule bianco, un po' pallida e malinconica. Quando vado in Liguria, prendo sempre qualche pezzo di focaccia da portare a casa, la congelo e me la gusto nel tempo...ma non è la stessa cosa, mangiarla a casa, ha un sapore diverso, perde.... Quando la mangi li... è vacanza o gita...ed è una circostanza molto ben definita.
Ecco perché ieri allora ero così felice, camminavo per delle viette in una cittadina che sotto il sole sembrava della Liguria, chiacchierando con Anna che è timida come me, il palloncino al polso che esprimeva tutto quello che ho dentro al mondo e con il sapore della focaccia. Uguale a quella di quando ero piccola. Una piccola magia.










Tornata a casa verso mezzogiorno ho preparato il pranzo, avevo ancora un pezzetto di focaccia, gli ho costruito intorno un qualcosa di gustoso e leggero. Ho lavato e tagliato fine fine, con il coltello di ceramica, del Tarassaco, altrimenti detta insalata matta o cicoria matta. Il Tarassaco fa benissimo, depura il sangue e il fegato. L'ho messo in una ciotola con una mezza cipolla di Tropea tagliata a fettine sottili anche lei. Un filo di olio extra vergine di oliva e uno spruzzo di aceto balsamico.
Nel frattempo, come prima cosa, avevo già tirato fuori dal frigorifero, un pomodoro, mezzo cetriolo, mezzo peperone e tre bocconcini di mozzarella. Metto la mozzarella a bagno in acqua calda. Affetto il pomodoro e dispongo le fette nel piatto, le cospargo con un po' di Salamoia, un misto di erbe e sale molto usato in Emilia Romagna, aggiungo un po' di timo secco e un pochino di olio extra vergine di oliva. Sbuccio e affetto il mezzo cetriolo e e il mezzo peperone e li condisco con poco dolceagro. Prelevo qualche oliva greca da una vaschetta e le affianco al pomodoro.
Aggiungo delle foglie di basilico, le mangio insieme alle fette di pomodoro, sono profumatissime.
Recupero i bocconcini di mozzarella che nel frattempo si sono intiepiditi, e li straccio con le dita.  Riveleranno così tutto il loro delicato sapore di latte che altrimenti, fredde e tagliate con il coltello non è percepibile.
...e finisco la focaccia.