L'altra mattina, chiacchierando con una amica di scorciatoie per trovare pronto qualcosa da mettere sotto i denti quando hai fame, ma vuoi mangiare sano, abbiamo individuato il rimedio in tutte quelle preparazioni che richiedono cotture lunghe (cereali integrali, legumi) che poi danno luogo ad un alimento che si conserva più giorni in frigorifero e che è molto versatile come base per inventare ricette diverse. Così, visto che era quasi mezzogiorno, ho messo a cuocere del riso basmati integrale (25 minuti di cottura per assorbimento) con verze, erbette e spinaci. Ne ho mangiato subito a pranzo sotto forma di minestra un po' brodosa, e nei pasti successivi facendone un tortino più asciutto, saltandolo con curry e usando il coppapasta per sformarlo servito con panna acida al curry, caprino e tzaziki. Una cena successiva ho cotto una manciata di lenticchie decorticate (15 minuti) nelle quali ho aggiunto il riso alle erbette per scaldarlo gli ultimi minuti. Ho frullato il tutto aggiungendo un po' di basilico, che ho anche spezzato sopra alla fine. Ne è uscita una vellutata densa e confortante buonissima. Ovviamente non mangio lo stesso piatto per tre volte consecutive, il riso integrale cotto si conserva in frigorifero, in un contenitore ermetico, fino a una settimana. Via libera alle sperimentazioni!
praticamente non sta a dieta, ma impegnandosi...ricette sane, ricette mentali, qualche tentazione ogni tanto.
Visualizzazione post con etichetta curry di Madras. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta curry di Madras. Mostra tutti i post
venerdì 9 aprile 2021
martedì 17 marzo 2020
Instarecipe: Riso al Curry Super Rapido e Interdipendenza
Oggi mi sento un genietto del male... da tempo avevo perso l'ispirazione per scrivere su questo blog, perché, colpevole un cambio di ritmo di vita, spesso ciò di cui ho bisogno è mettere sotto i denti qualcosa di rapido, il più possibile sano e gustoso ma senza complicazioni.
Così giorno dopo giorno ho fatto ricettine veloci, magari pubblicando su instagram la foto del piatto, ma sterilmente, senza spunti.
E ciò mi disturbava in parte.
Ieri è stata una giornata particolare, dove ho dovuto mettere in moto molta interdisciplinarità per risolvere un problema nato come prettamente informatico e che poi si è rivelato spunto di riflessione più globale.
Interdipendenza è la parola chiave.
L'interdipendenza è quella qualità che ti permette, secondo Riccardo Agostini, di fondare una relazione amorosa sana e con più ampie possibilità di durata nel tempo. Per una spiegazione molto chiara, esemplificativa e con lo stile di Riccardo empatico, umano, ma molto diretto, rimando al suo canale Youtube di crescita personale. Spulciando tra i microvideo si possono trovare risposte illuminanti sugli abitanti di Marte e di Venere e i problemi di comunicazione tra loro, nonché spunti per diventare più completi in sé e per sé.
Ma l'interdipendenza è una chiave che si può applicare a molti frangenti della nostra vita.
Così stamattina, mi si è accesa una lampadina. Invece di lavorare parallelamente su due canali diversi, a discapito sia dell'uno che dell'altro ho deciso di apportare delle modifiche di comportamento e dei momenti di interdipendenza di un canale nell'altro, così da creare una coppia dove ognuno mantiene le sue peculiarità, ma apporta valore aggiunto all'altro.
Nasce così in questo blog, da oggi, un filone che chiamerò Instarecipe: seguito dal titolo e da un semplice rimando alla pubblicazione su intstagram di queste "non-ricette", questi spunti di abbinamento, di ciò che magari ho trovato gustoso in giro. E per converso, sul profilo Instagram troverò il modi di rimandare a quello che pubblico sul blog, anche fosse solo una considerazione o una ricetta mentale.
Felice appetito!
mercoledì 25 aprile 2018
Pollo al Curry e Dahl di Lenticchie Rosse
Mi hanno fatto assaggiare un vitello al curry morbidissimo e dolce così buono che ho voluto riprovare a farlo con dei bocconcini di pollo.
Per prima cosa affetto una cipolla bianca e la riduco a dadini microscopici, metto un pochino di burro e un po' di acqua nel tegame antiaderente ceramicato e, a fuoco bassissimo, coperto, faccio sudare la cipolla. Nel frattempo taglio una mela a dadini di circa un centimetro per lato, quando la cipolla è diventata dolce, la aggiungo e alzo un pochino il fuoco. Infarino leggermente, con farina di riso, dei cubetti di pollo di circa 2 centimetri per lato, metto un po' di polvere di curry a tostare, verso velocemente il pollo e lo faccio rosolare su tutti i lati. Abbasso il fuoco, in una ciotolina ho preparato del latte di cocco (ma va bene anche latte normale se non ne avete di cocco) in cui ho sciolto benissimo, lavorandolo per non avere grumi, due cucchiai abbondanti di curry di Madras, leggermente piccante.
Verso il latte con il curry e copro. Ogni tanto sollevo il coperchio, osservo le bolle, annuso e do una girata, il pollo cuoce in circa venti minuti, ma se sta li un pochino di più non è un problema, si ammorbidisce e assorbe il curry, l'importante è tenerlo umido e cremoso, se ci fosse bisogno basta aggiungere un pochino di acqua, pochissima per volta.
Nel frattempo, in una pentola cilindrica ho fatto cuocere del riso Basmati per assorbimento. Lo sformo in un coppapasta e lo spolverizzo con un po' di polvere di curry. In un altra pentola, da circa venti minuti, sobbollono delle lenticcchie rosse decorticate in un po' di brodo vegetale, arrivate a cottura basta girarle vigorosamente e si trasformano in una purea, il Dahl, io preferisco tenerlo un pochino più rustico e granuloso. Adoro la consistenza delle lenticchie e sentire la loro forma sguisciare sulla lingua.
Servo il pollo con una manciatina di semi di cumino, prelevo un po' di riso, un po' di lenticchie e un po' di pollo e mi gusto il bocconcino saporito.
Ahhh che bontà.
venerdì 10 marzo 2017
La Rice Cooker e il Curry di Manzo
Stamattina mi sono svegliata con una voglia di mangiare curry, ma nessuna voglia di cucinare...
Così ho messo al lavoro la mia Rice Cooker.
Dopo aver ripassato i fondamentali del curry, e aver tirato fuori dal freezer due bistecche di manzo e una melanzana già affettata, ho messo un goccino di olio extra vergine di oliva nella pentola interna della rice cooker e ho aggiunto una bella cipolla bianca tagliata a fettine, due patate sbucciate e cubettate, la melanzana a straccetti, due bei cucchiai di curry di Madras, il contenuto di cinque capsule di cardamomo affumicato, un chiodo di garofano e due cucchiaini di una miscela di cocco e lemongrass. Appena ha iniziato a rosolare ho aggiunto la carne tagliata a cubetti.
Dopo qualche minuto, ho aggiunto una bottiglietta di succo di pomodoro e due cucchiaini di sugo Mutti al peperoncino. acqua bollente fino a coprire e ho lasciato mano libera alla mia rice cooker.
In realtà durante la fase di rosolatura delle verdure e della carne, ho dovuto imbrogliarla, togliendo la spina e rimettendola due volte, perché per lei la cottura era ultimata e si era messa su warm.
Una volta aggiunta l'acqua invece, ha borbottato felice fino a portare il mio curry ad una consistenza perfetta. Per ultimo ho aggiunto una manciata di piselli direttamente dal freezer. Con il calore della pietanza diventano morbidi sodi, restando belli verdi, pronti da gustare, come piacciono a me.
Nel frattempo ho preparato un po' di riso Jasmine in un pentolino. Dieci minuti ed era pronto. Ho servito il riso come accompagnamento al curry, spolverizzando il tutto con semi di fieno greco macinati al momento.
La casa sa di curry e me ne gusto una porzioncina in più. Poi sono pronta per andare al lavoro!
Dopo tanti anni di uso sono andata a cercare come funziona questa fantastica pentola ed ecco, tratto da Sakura Magazine, l'affascinante storia e funzionamento della rice Cooker:
14 gennaio 2015 by Sakura
Esiste di tantissimi modelli e oggi è usato in molte parti del mondo, ma è soprattutto in Giappone che ha raggiunto la sua popolarità: stiamo parlando del Cuociriso, che a partire dagli anni 60, si diffuse nel Sol Levante entrando a far parte delle case giapponesi come uno degli elettrodomestici più amati.Il cuociriso, chiamato in Giappone Suihanki, è sicuramente usato per cucinare il riso, ma non solo. I giapponesi lo usano infatti per cucinare anche altri cibi, a volte da soli a volte contemporaneamente al riso, risparmiando così tempo e fatica.
Dato il suo enorme uso è difficile trovare una casa giapponese che non ne abbia uno in cucina. Usarlo è molto semplice: basta inserire il riso lavato nell’apposito “pentolino” del cuociriso insieme alla giusta quantità di acqua richiesta; posizionare poi il pentolino all’interno del cuociriso e avviarlo premendo il pulsante di avvio. Abbastanza facile da utilizzare, pratico e veloce, ormai è diventato uno strumento indispensabile per un giapponese. Impossibile farne a meno.
Eppure la domanda viene spontanea: … e allora come facevano le massaie e casalinghe giapponesi a cucinare il riso prima che venisse inventato questo, ormai insostituibile, elettrodomestico?Prima del cuociriso elettrico, il riso veniva cucinato con speciali fornelli di argilla alimentati con fuoco e legna. Tenere sotto controllo il calore era difficile quindi il processo di cottura richiedeva costante attenzione e soprattutto la continua presenza di qualcuno. Per le donne quindi il preparare il pasto per la famiglia (sia pranzo che cena) era uno dei lavori domestici più faticosi, ancor più di altri. Prima “dell’era elettrica”, le mogli spendevano tantissime ore per sbrigare le faccende di casa: bucato, stirare, pulire e ovviamente… cucinare!
Il primo esemplare di cuociriso elettrico appare nel 1922, ma si tratta ancora di un’idea-prototipo, perché è solo nel 1953 che abbiamo il primo vero modello di cuociriso elettrico, inventato da Yoshitada Minami.
Secondo Minami infatti per cucinare dell’ottimo riso, bisognava che l’acqua raggiungesse l’ebollizione a 100 °C e ci rimanesse per 20 minuti prima che il cuociriso si potesse spegnere. Convinto di ciò, dopo varie ricerche, prove ed esperimenti di ogni genere, Minami trovò un modo per “automatizzare” il cuociriso e far si che si spegnesse solo una volta raggiunta la giusta cottura.
Si trattava di mettere una certa quantità di acqua tra il cuociriso e il pentolino. Una volta prosciugata l’acqua perché evaporata per il calore, il conseguente riscaldamento di alcune parti metalliche del cuociriso avrebbero fatto scattare un interruttore che avrebbe spento l’apparecchio.
A testare questo prototipo, ancora in fase sperimentale, fu proprio la moglie dell’inventore, Fumiko Minami, che trascorse giorni, se non addirittura mesi a testare, verificare e mettere alla prova ciò che il marito con vari tentativi metteva a punto, aiutandolo così a migliorare l’invenzione che di lì a poco avrebbe cambiato la vita di migliaia di giapponesi.
Secondo gli appunti rimasti, è emerso che i primi esperimenti non andavano a buon fine perché l’interruttore che doveva spegnere l’apparecchio alla giusta cottura, quasi sempre si spegneva prima che l’acqua raggiungesse l’ebollizione, che si surriscaldava e che non rispettava le giuste tempistiche. Minami allora lavorò ancora più assiduamente e con maggiore dedizione al progetto, arrivando a creare un design che meglio isolasse il calore. Per provarne l’efficacia e il buon funzionamento, l’invenzione fu addirittura testata in un ambiente con una temperatura di 10 °C sotto lo zero.
Risultato? Fu quello sperato! Finalmente dopo tanto lavoro e fatica, Minami era riuscito a completare il suo progetto, e il suo lavoro trovò i suoi frutti nel 1955 quando venne approvato in modo ufficiale ed entrò in commercio al prezzo di circa 3200 Yen.
Negli anni 60, quando la fine della Seconda Guerra Mondiale cominciava ad essere un ricordo, il Giappone iniziò a vivere un periodo di grande crescita economica: la scena è quella di mariti che lavorano tutto il giorno e tornano a casa tardi e mogli che fanno del loro meglio tra casa e lavoretti part-time. Le famiglie quindi ora non sempre riescono a condividere il pasto, ma mangiano spesso a orari diversi.
Possiamo quindi immaginare quanto frequente sia diventato l’uso del cuociriso, che ora sembra necessitare di una nuova opzione: “mantenere il cibo constantemente caldo”. Il cuociriso elettrico automatico diventa allora adesso un “Cuociriso-Thermos”, in grado di riscaldare ma anche di mantenere il cibo ad un calore costante.
Non fa però in tempo a “trasformarsi” che un nuovo tipo di cuociriso è già sul mercato: in questo stesso periodo infatti viene messo in commercio il Cuociriso a gas. In una società in cui la vita comincia ad essere più veloce e in corsa contro il tempo, il cuociriso a gas offre la possibilità di riscaldare i cibi ancora più velocemente. La versione elettrica dunque ha bisogno ancora una volta di migliorarsi se vuole competere sul mercato con il nuovo rivale.
La soluzione non tarda ad arrivare: il riscaldamento ad induzione elettromagnetica, proposto nel 1971 dagli Stati Uniti. Il tutto si basava su una spirale che girando velocemente creava un campo elettromagnetico ad alta frequenza che generava calore e riscaldava molto più rapidamente.
Dato il sistema di riscaldamento innovativo, si decise di applicarlo sull’apparecchio. La cosa fu fattibile, solo che il tradizionale pentolino in alluminio non era più adatto al nuovo livello di cottura, ne venne perciò inventato uno apposito in alluminio e acciaio inossidabile. Dopo le dovute modifiche quindi, il cuociriso si ripresenta nuovamente in commercio in una veste completamente nuova.
Oggi esistono un’enorme quantità di cuociriso, diversi per colore, marche, forme, design, capienza e per le numerose funzionalità. Ma non sono solo i cuociriso ad essersi evoluti ma anche…. il riso!
Esiste infatti un negozio a Tokyo (Meguro Ward) dove è possibile trovare in vendita ben 60 tipi diversi di riso provenienti da tutto il Giappone. Chiunque può scegliere il tipo di riso che preferisce in base al proprio gusto.
Toyozo Nishijima, proprietario del negozio sta da anni lavorando insieme agli agricoltori per ottenere dalle coltivazioni, diverse varietà di riso che possano adattarsi a diversi tipi di cottura in modo da poter così soddisfare le preferenze e i gusti dei clienti, riuscendo a raggiungere sempre una cottura ottimale del cibo. Se volete potete distribuire liberamente questo testo, in maniera non commerciale e gratuitamente, conservandone l’integrità, comprese queste note, i nomi degli autori ed il link http://sakuramagazine.com
Etichette:
cardamomo affumicato,
curry di Madras,
fieno greco,
manzo,
melanzane,
patate,
piselli,
Rice Cooker,
riso jasmine,
roast beef,
succo di pomodoro,
sugo di pomodoro Mutti
lunedì 30 maggio 2016
Lenticchie allo Zenzero e Curry con Insalatina Misteriosa

A me le lenticchie piacciono. Molto, moltissimo. Le faccio in diversi modi, sempre utilizzando la pentola a pressione, 20 minuti dal fischio e sono pronte, sempre utilizzando quelle piccole, di Rodi o Umbre, Beluga o di Montagna...niente ammollo e sapore buonissimo. Cambio le spezie, a volte le faccio tradizionali a volte dal sapore orientale, indiano.
Oggi le ho provate con lo zenzero fresco. E il curry di Madras.
Ho messo nella pentola a pressione, salvia, alloro, carote e cipolla, olio extra vergine di oliva e una crosta di grana padano raschiata e lavata. Ho preso un bel pezzetto di zenzero fresco e con un cucchiano l'ho spellato. Tagliato a fettine l'ho aggiunto al soffritto, si sprigiona subito il suo profumo fresco pungente.
Ho iniziato a far soffriggere e ho sciacquato le lenticchie Umbre sotto il getto dell'acqua. Le ho aggiunte. Mentre sfrigolavano ho spolverato il tutto con due cucchiai di curry di Madras, si alza un profumo aromatico meraviglioso.
Ho soffritto brevemente e ho messo tanta acqua calda fino a sovrastarle di tre dita. Poi il brodo lo tolgo e me lo bevo a parte. Metto un pochino di brodo granulare vegetale e chiudo. Dopo 20 minuti di sibilo, le lenticchie sono pronte, con un mestolo tolgo tutto il brodo che riesco e lo metto da parte. E' buonissimo.
Servo le lenticchie calde, con una insalatina di cui non ricordo il nome ma che ha un sapore erbaceo delicato, presa biologica dalla Teresa delle Fragole su consiglio della simpatica commessa che mi ha spiegato come pulirla, staccando le foglioline dal rametto dove è più duro e che lei la mangia in insalata. L'ho fatta con dei pomodorini.
I due sapori si sposano, dove il curry e lo zenzero bruciano l'insalata lenisce... Yum!
posted from Bloggeroid
Iscriviti a:
Post (Atom)