mercoledì 17 aprile 2013

Sapore d'Infanzia



Oggi sono andata a fare delle commissioni con la mia amica Anna. Tra le altre cose ho trovato un accessorio must have da cui ho fatto fatica a separarmi...siamo andate in un negozio specializzato che vende principalmente palloncini, ce ne sono di tutti i tipi. Lei ha preso un palloncino enorme, gonfiato con l'elio e poi io me lo sono legato al polso e siamo uscite dal negozio così. Era bellissimo! Camminare per le strade della cittadina con il palloncino al polso...vorrei farlo sempre!
Nei vari negozi in cui abbiamo curiosato, siamo state anche in una panetteria che fa una focaccia genovese speciale. Io non so se è una questione di farina o di olio o di acqua...ma era davvero come quella che mangiavo da bambina, quando per quattro mesi ho frequentato la scuola elementare a Rapallo nel quartiere S.Anna. Alla mattina partivo a piedi, i soldini che mi aveva dato mia zia, in mano per comprare la merenda per l'intervallo. Mi fermavo in una panetteria sulla strada e compravo sempre un pezzo di focaccia salata. Me la mangiavo camminando per strada, ero una bambina timida, per una qualche misteriosa ragione che non ricordo non volevo mangiarla all'intervallo con tutti. Camminavo nelle viette e mi mangiavo la mia focaccia che era buonissima. Nell'intervallo mi sedevo sotto un grande albero nel cortile della scuola e leggevo il mio libro di scuola che era diverso da quello che usavano li. Come il grembiule. Me ne stavo li, una figuretta magra magra persa in un grembiule bianco, un po' pallida e malinconica. Quando vado in Liguria, prendo sempre qualche pezzo di focaccia da portare a casa, la congelo e me la gusto nel tempo...ma non è la stessa cosa, mangiarla a casa, ha un sapore diverso, perde.... Quando la mangi li... è vacanza o gita...ed è una circostanza molto ben definita.
Ecco perché ieri allora ero così felice, camminavo per delle viette in una cittadina che sotto il sole sembrava della Liguria, chiacchierando con Anna che è timida come me, il palloncino al polso che esprimeva tutto quello che ho dentro al mondo e con il sapore della focaccia. Uguale a quella di quando ero piccola. Una piccola magia.










Tornata a casa verso mezzogiorno ho preparato il pranzo, avevo ancora un pezzetto di focaccia, gli ho costruito intorno un qualcosa di gustoso e leggero. Ho lavato e tagliato fine fine, con il coltello di ceramica, del Tarassaco, altrimenti detta insalata matta o cicoria matta. Il Tarassaco fa benissimo, depura il sangue e il fegato. L'ho messo in una ciotola con una mezza cipolla di Tropea tagliata a fettine sottili anche lei. Un filo di olio extra vergine di oliva e uno spruzzo di aceto balsamico.
Nel frattempo, come prima cosa, avevo già tirato fuori dal frigorifero, un pomodoro, mezzo cetriolo, mezzo peperone e tre bocconcini di mozzarella. Metto la mozzarella a bagno in acqua calda. Affetto il pomodoro e dispongo le fette nel piatto, le cospargo con un po' di Salamoia, un misto di erbe e sale molto usato in Emilia Romagna, aggiungo un po' di timo secco e un pochino di olio extra vergine di oliva. Sbuccio e affetto il mezzo cetriolo e e il mezzo peperone e li condisco con poco dolceagro. Prelevo qualche oliva greca da una vaschetta e le affianco al pomodoro.
Aggiungo delle foglie di basilico, le mangio insieme alle fette di pomodoro, sono profumatissime.
Recupero i bocconcini di mozzarella che nel frattempo si sono intiepiditi, e li straccio con le dita.  Riveleranno così tutto il loro delicato sapore di latte che altrimenti, fredde e tagliate con il coltello non è percepibile.
...e finisco la focaccia.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

questo piatto, così estivo e solare, inviata alla vita!!
come sta andando la tua esperienza nel catering??

ciao

Michela

mk ha detto...

Grazie!...il catering...uhmmm non ancora...vedremo!