mercoledì 10 aprile 2013

Riso agli Asparagi e Robiola per Sole Orecchie

Oggi ho vissuto una esperienza per la mia prima volta, sono andata in onda, per due ore, alla radio. Intervistata da Francesca, bellissima e dolcissima bionda naturale. Abbiamo chiacchierato di tantissime cose in un flusso che a volte andava in onda e altre era fuori onda...tra tutte le cose che è riuscita a tirarmi fuori, anche una ricetta immaginata. Una ricetta per sole orecchie...

Buttiamo il riso, Francesca e io, in una padella antiaderente e ci aggiungiamo un pizzico di sale grosso e tanta acqua fino a superare il riso di un dito. Accendiamo il fuoco e lasciamo cuocere a fuoco medio fino a che l'acqua è tutta assorbita, assaggiando per scrupolo, ma di solito il riso è cotto al dente perfetto. In un altra padella mettiamo, in pochissima acqua, degli asparagi. Cuociono velocemente, quasi al vapore, vogliamo che rimangano belli sodi. Impiattiamo il nostro riso che avendo assorbito l'acqua è corposo e cremoso, ci adagiamo mollemente sopra una robiola fresca che inizia subito a sciogliersi, e la cospargiamo con pepe nero macinato fresco e un filo di olio extra vergine di oliva. Preleviamo gli asparagi e li sdraiamo li, vicino al riso, condendoli leggermente con una cucchiaiata di olio extra vergine di oliva sbattuto con succo di limone.
Usiamo gli asparagi per intingerli nella robiola fusa, poi preleviamo un po' di riso mantecandolo con la cremosità di questo formaggio fresco e morbido, che lascia una sensazione di velluto in bocca, e poi ancora l'asparago e poi da un sorso di Gewurztraminer.

Francesca e io l'abbiamo nominato all'unisono...pregustandone la freschezza fruttata e aromatica. L'asparago e il limone sono sapori difficili da abbinare ad un vino, ma nella nostra mente, il vino bello fresco pulisce ed esalta sia il sapore del riso con la pastosità della robiola, che l'amarognolo degli asparagi mitigati dall'aspretto del succo di limone.

La trasmissione continua, prende una piega più sognante parlando di profumi e di femminilità, e poi si conclude nell'immaginario collettivo dei simboli, dei sogni e della voce dell'inconscio.

Sforiamo di qualche minuto, prese dagli occhi e dalla voce che parla l'una all'altra.
La nostra ricetta immaginata sembra così reale, che ci ha saziato di parole.
Fuori dallo studio, Francesca estrae da un sacchetto di carta del pane del colore di quando ero bambina, quattro minuscoli panini rotondi, li ha fatti Maddy, una vera mamma.
Sono panini di farina scura, ai cereali o di segale, imbottiti con prosciutto crudo di montagna e noci spezzate. I panini fatti in casa sono morbidi dentro e tostati fuori. Il prosciutto dona il suo sale al pane. Le noci completano il sapore del pane donandogli una gustosa morbidezza e al prosciutto armonizzandosi con il sapore della carne.
Sono panini dall'aspetto genuino, rustico... e sono buonissimi.
La foto non rende merito...è tutta sfuocata e tremante, ma contiene l'attimo.

Grazie Francesca, per avermi ricordato che nella vita bisogna essere audaci e seguire l'istinto.



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