mercoledì 29 novembre 2017

Voglia di Pizzoccheri


Ogni tanto viene voglia di cibi supernutrienti, caldi e legati a tradizioni o climi o regioni dallo stile ipercalorico, mi vengono in mente le lasagne dei periodi di Natale, certi cibi ipercalorici di regioni abituate a combattere contro il freddo a suon di grassi, e i piatti della tradizione montanara.
Il grasso apporta gusto, oltre che calorie, ed è per questo che rende i cibi più appetitosi e sazianti.
Manteca e ammorbidisce, lega e fonde insieme alimenti che senza il grasso non starebbero amalgamati, creando la differenza tra un assemblamento di ingredienti e una ricetta.
Tradizionalmente, i piatti ricchi di grassi, con la loro lunga e articolata preparazione, sono destinati alle feste o a periodi particolari, non sono piatti per tutti i giorni, ma la grande distribuzione e la pigrizia e non voglia di mettersi a cucinare, a fatto in modo che i piatti "delle Feste" diventassero accessibili senza sforzo, trasformandoli in piatti "di tutti i giorni". Così, se uno ha voglia di pizzoccheri o di lasagne, non deve far altro che andare al supermercato, e trova, magari già caldi e pronti da mangiare, tutta una sequela di lasagne, cannelloni, pizzoccheri, quiche, e tutto ciò che si può preparare solo con grande anticipo se si volesse fare in casa partendo da zero. Sono piatti che portano con se il ricordo di giorni di festa e calore famigliare, quello che viene chiamato "comfort food" e che una sera di fredda umidità autunnale o invernale ha un richiamo quasi irresistibile.

Ecco che così, l'emotività prende il sopravvento, e instaura un meccanismo difficile da rompere, il supermercato diventa la mamma, o la nonna, che ti fa trovare pronto in tavola cibi caldi e confortanti e tu sei fritto.
Ma, ci vuole veramente così tanto per ricreare a casa, in tempi brevi, una portata che racchiuda in sé il sapore del conforto e che nello stesso tempo sia davvero un piatto "per tutti i giorni"?

Il pizzocchero in sé, inteso come formato di pasta e non come ricetta, è una pasta altamente digeribile, saziante ma non particolarmente più calorica rispetto alla pasta di grano duro normale, e si presta, con il suo sapore forse un po' rude ma peculiare e gustoso, a ricette leggere e saporite, a cui apporta novità, calore e "effetto cibo di montagna" senza particolari procedimenti di cottura.

Nel tempo di cottura della pasta.

Ho messo a bollire una pentola di acqua per cuocere la pasta. Nel frattempo ho tagliato a striscioline, le foglie più tenere ed interne di un po' di verza. In un pentolino a parte, ho messo tre spicchi di aglio, sbucciati e schiacciati con la lama del coltello, di piatto, a stufare a fuoco bassissimo in un pochino di burro e tre cucchiaiate di acqua, con foglie di salvia e una bella macinata di pepe nero. Dopo poco ho aggiunto delle foglie di erbette, sciacquate sotto l'acqua corrente e ho messo il coperchio.
Arrivata a bollore l'acqua, ho aggiunto una presa di sale scarsa e i pizzoccheri.
I pizzoccheri cuociono in circa 12 minuti. Quando assaggiandoli, sono ancora al dente, ho scolato pasta e verdura, tenendo un po' di acqua di cottura, e li ho aggiunti nella padella dove stavano stufando erbette, aglio e salvia. Alzo il fuoco, mescolo tutti gli ingredienti di modo che si insaporiscano bene, aiutandomi con l'acqua di cottura della pasta per mantecare. Aggiungo un fiocchetto di burro e una spolverata di grana grattugiato e una bella macinata di pepe nero.
Certo non sono come i pizzoccheri veri, ricchi di formaggio e burro, ma il profumo della verza e l'aroma dell'aglio, del pepe e della salvia, fanno la magia. Il cervello olfattivo è soddisfatto e si imparano gusti nuovi e più semplici.

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