Recentemente ho letto il libro di Stefano Erzegovesi "Il Digiuno per tutti" e l'ho trovato avvincente e molto interessante. Tra i vari argomenti e spunti, di cui parlerò in futuro, ho messo subito in pratica due o tre cose.
Premetto che ho sempre fatto lo yogurt in casa, e che ne sono una ghiotta consumatrice, bianco al naturale o, al limite, quando ho voglia di qualcosa di dolce e fresco, con un po' di frutta tagliata dentro e un cucchiaino di zucchero Mascobado o di miele. Ultimamente la pigrizia ha preso il sopravvento e acquisto direttamente il secchiello da 1 kilo della Mila.
Utilizzando un cucchiaio perfettamente pulito e prelevando la dose giusta da trasferire in una ciotolina da cui poi mangiarlo, si ottengono due cose importanti: la non contaminazione del prodotto ancora da consumare e un controllo della quantità consumata volta per volta.
La prima regola vale anche per la marmellata in vasetto, se si preleva il quantitativo voluto tutto in una volta con il cucchiaino lindo, senza mangiarla direttamente dal cucchiaino man mano, magicamente la marmellata non ammuffisce...
...comunque, oltre allo yogurt ho sempre acquistato anche il kefir, che dalle mie letture dei libri di alimentazione naturale di Nico Valerio, ricordavo benefico e protettivo. Il kefir ultimamente si trova un po' in tutti i supermercati, ma quando ho iniziato io non era così diffuso, così imbattendomi nella ricetta del kefir da fare in casa di Erzegovesi mi ha ripreso il sacro fuoco dell'autoproduzione.
Inoltre il kefir non richiede neanche di possedere la yogurtiera, né i famosi granuli di kefir introvabili, ma procediamo per gradi.
In tutti i passaggi è necessaria attenzione e scrupolosa igiene.
Io sono partita da un kefir fresco, biologico, di capra, acquistato in una missione senza distrazioni da Naturasì. Senza distrazioni perché ogni elemento in più, non previsto nella spesa, è un salasso che non posso ne voglio permettermi. La mission era Kefir e verdure fermentate.
Le verdure fermentate erano per avere una base di partenza per iniziare subito l'introduzione nell'alimentazione, perché voglio autoprodurle in casa, sempre seguendo le indicazioni del dott. Erzegovesi.
Tornata a casa con i miei due elementi, e recuperato del latte fresco intero al supermercato, ho iniziato la produzione del kefir:
Ho utilizzato una bottiglia del latte, di vetro, da 500 ml, che ho sterilizzato con acqua bollente, e nella quale ho messo circa 3 dita di kefir fresco, ho aggiunto latte freddo fresco, intero, e chiuso con un tovagliolo di carta, fissato con un elastico al collo della bottiglia, tenendo da parte il coperchio a vite che servirà in un secondo tempo.
Ho ondeggiato verticalmente e dolcemente la bottiglia per amalgamare kefir e latte e l'ho riposta, al buio, in un armadietto, dove deve stare a riposare per 48 ore (36 in caso di stagione calda).
Passato il tempo, ho sterilizzato un piccolo vasetto di vetro, ci ho versato un po' del kefir appena fatto, ho chiuso con i rispettivi coperchi i vasetti e riposto in frigorifero. Il kefir sarà consumabile dopo un giorno di frigorifero. Quello nel vasetto servirà per rifare il kefir nuovamente. Il vasetto non deve essere più aperto fino al momento della nuova produzione.
Il kefir così ottenuto, ha un sapore più rustico e selvatico (credo per via del kefir di capra di partenza) e sicuramente più acidulo del kefir che si trova già pronto in commercio.
Secondo i dettami de "il Digiuno per tutti" va consumato, un bicchierino (50 gr.) a digiuno ogni mattina.
Se è troppo denso io lo allungo con un pochino di acqua ed è rinfrescante, dissetante e molto gradevole. Per me che amo i sapori acidi è buonissimo.
Perché bere il kefir?
Perché oltre che buono, fa bene.
Ricchissimo di probiotici amici che arrivano belli vivi e vitali direttamente fino all'intestino (a differenza di quelli dello yogurt che in parte periscono nella fase digestiva dello stomaco) e che soppiantano ed eliminano i batteri patogeni. Migliora la salute delle cellule intestinali e la loro funzione immunitaria, con tutti i benefici che ne conseguono.
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