Qualche giorno fa, era l'8 marzo, sono stata male al lavoro, era un picco glicemico molto elevato ma al momento non lo sapevo ancora, malditesta fortissimo, caldo, facevo fatica anche a parlare, mi sono messa dietro un momento e l'unica cosa che volevo era acqua, mancava poco alla fine dell'orario di lavoro e sono andata a casa. Il giorno dopo, sempre al lavoro ho riavuto gli stessi sintomi ancora più accentuati tanto che sono dovuta tornare a casa perché non reggevo, per curiosità mi sono provata la pressione e nonostante la pastiglia che prendo da qualche anno, era altissima. Mi presento dal medico il giorno dopo, con ancora la pressione molto alta e immediatamente mi prescrive una pastiglia differente e mi prescrive degli esami, cardiologici e del sangue. Dagli esami del sangue si evince che ho dei valori altissimi di glicemia. Era il 21 marzo, urgentemente mi manda a prendere appuntamento dallo specialista che nel giro di qualche giorno mi riceve. Subito dal primo giorno della scoperta ho ricominciato a mangiare seguendo uno schema similchetogenico, sulla base della dieta chetogenica, e poi per la morfologia iperlipogenetica, della nutrizionista fatta subito dopo il Covid che mi aveva fatto perdere i circa 15 kili messi su durante il lockdown.
Durante l'attesa per prenotare la visita dal diabetologo, avevo il magone. Ricordo che era ora di pranzo e da sola sono andata a mangiare in uno dei soliti posti dove mi trovo come a casa e mi hanno fatto insalata e bistecca di pollo alla piastra anche se non era in menù. La sera ho preparato il broccolo e il pollo alla babe e nei giorni a seguire ho seguito questo regime di verdure crude, verdure cotte e carni bianche.
In una gita con una amica, in una libreria, sono incappata in un libro che sembrava aspettarmi "La rivoluzione del glucosio" di Jessie Inchauspé e ho iniziato subito a mettere in atto alcuni accorgimenti descritti nel libro tanto che sono arrivata alla visita dopo 7 giorni che avevo perso 2 kili e abbassato la glicemia a digiuno al mattino da 357 a 190 senza ancora prendere farmaci.
Inizialmente avevo la visita subito dopo tre giorni ma per un problema è stata rimandata al 27 marzo, quei pochi giorni mi hanno dato modo di mettere in atto una azione personale, mi misuravo la glicemia in farmacia andando prima e dopo il pasto, e ciò mi ha permesso di sentire di avere potere sulla malattia che mi spaventava molto. Alla visita sono arrivata con tutte le misurazioni e le azioni che avevo intrapreso da subito. Quel piccolo lasso di ritardo mi ha fatto passare dei giorni di tensione estrema ma nello stesso tempo ha risvegliato il mio istinto. Ho studiato subito cosa mi stava succedendo, cercando di capire da sola cosa erano le cose giuste che potevo fare da subito.
Ho iniziato a prendere il farmaco Metformina, dopo qualche giorno dalla prescrizione perché una parte di me si opponeva a questa nuova scoperta. Dal momento che ho iniziato a prenderla, ho tenuto monitorato con degli esami del sangue dopo un mese e dopo due mesi per vedere se il percorso che stavo seguendo era quello giusto.
Ho deciso che voglio vivere questa nuova scoperta come una trasformazione da cui prendere spunto per un ulteriore lavoro di introspezione su me stessa, il glucosio alto è metaforicamente tutta la dolcezza che c'è in me e quella che merito che non trova fonte ne ricevente.
Il corpo parla con il suo linguaggio fatto di ormoni, neurotrasmettitori, equilibri e squilibri, dolori e mutamenti silenziosi che vanno indagati.
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