martedì 17 aprile 2012

Dipendenze

Il glutine è una cattiva madre, di quelle che ti vogliono tenere legate a sé e che pregustano quanto starai male senza di loro. Prigionieri nel suo abbraccio vischioso stiamo male quando c'è e stiamo male quando non c'è. Il malessere nell'abbraccio glutinoso sembra un benessere.
Ma è un benessere fittizio, che prepara, come in un otto volante, alla caduta.
Quando mangi glutine ti senti pieno, appagato, satollo. Quiescente. Questa dimensione irreale di completezza e raggiungimento di tutti gli scopi della vita è simile, troppo simile, allo stordimento di certe droghe.
E infatti, quando l'effetto cala, e lo fa rapidamente, c'è "Il Vuoto". E' un vuoto fisico e spirituale. Chimicamente il glutine ha spianato la strada al bisogno reiterato di se stesso, picco e discesa pericolosamente veloce ci riportano nel giro di poche ore, alla modalità ricerca di carboidrati/zuccheri.
Spiritualmente è andato a creare dei vuoti da riempire. Perchè se io sto bene, e viaggio ad altezza costante sul trenino del tunnel dell'amore (o dell'orrore, i gusti sono gusti...) quando avverto un vuoto, mi metto in modalità di ricerca della soddisfazione ma mantengo un atteggiamento assertivo, non compulsivo. Se invece sono in vuoto da carenza di amidi (carboidrati che si trasformano in zuccheri e glutine) entro in modalità horror vacui e come un barbaro cerco di riempiere il più possibile, compulsivamente, quello che io sento in quel momento come un vuoto straziante, dolorosamente percepito come incolmabile. E che Vuoto è il Vuoto da amidi?
E' un Vuoto d'Amore. Gli amidi, in giusta misura e nelle persone adatte, creano un senso di soddisfazione simile a quello di quando si era piccoli, senza pensieri e soddisfatti perchè pieni (di amore, attenzioni, cure) ma finisce li. Nelle persone che mal assimilano questi alimenti, che rispondono in maniera ipersensibile al glutine, il glutine stesso crea la dipendenza. E una dipendenza da glutine, viene confusa con un vuoto d'amore incolmabile. Una dipendenza affettiva che ci fa catapultare dal mondo degli adulti al mondo dei poppanti, bisognosi, egocentrici, dipendenti... in continuo assorbimento di energia. Ma senza una mamma gigante, l'unica in grado di dare quel tipo di amore e attenzione incondizionati.
Così ci si stordisce con il cibo. Per non sentire il Vuoto. Un vuoto che, in realtà, non c'è.
Togli il glutine e togli il creatore del vuoto.
Togli il glutine e togli il bisogno di essere abbracciato morbosamente.
Togli il glutine e ti liberi della cattiva madre.
Togli il glutine e non sei più prigioniero.
Togli il glutine, e quando allargherai le braccia per accogliere qualcuno, lo farai perchè ti senti pieno e non vuoto. Perchè ti senti colmo di amore e pronto a donarlo.
Togli il glutine e capirai chi cerca da te l'amore o la dipendenza affettiva. Si, perchè quando siamo invischiati in un abbraccio glutinoso dentro, non riusciamo a vedere oltre noi stessi e i nostri bisogni. E come spesso succede, attraiamo chi vuole restare e farci restare immobilizzati in questo stato morboso.
Cosa vuol dire morboso? Vuol dire malato.
Ieri è stata una giornata particolarmente stancante dopo una serie di giornate stancanti. Fisicamente e psicologicamente. Ero in giro, digiuna dalla sera prima e ho pensato che potevo risolvere il problema del pranzo con un pezzo di focaccia. Io adoro la focaccia, è uno di quei cibi confortanti che porta legati a se bellissimi ricordi di infanzia. Ieri ho mangiato focaccia e nel giro di due ore sono precipitata nello stato poppante. Stanca da giorni di attività convulsa alternata a momenti di "sospensione" in attesa di essere libera dalla presenza fisicamente impegnativa di altri. Reduce da un pranzo di carboidrati, seppur complessi, ma che hanno creato la condizione di astinenza da amidi, ho ceduto.
E oggi, oggi sono triste perchè questi cibi dentro di me trattengono liquidi e la bilancia segna quasi due kili in più, nonostante la cena di sola frutta ieri sera. Cena possibile perchè fortunatamente oltre alla focaccia ho mangiato anche delle uova. Solo così non ho sentito la fame urgente e compulsiva che segue un pranzo di soli carboidrati, e ho resistito.
Oggi, oggi ho un vuoto che so essere in massima parte chimico, ma che comunque mi sembra incolmabile e che mi fa sentire, bruciante, il bisogno di un abbraccio anche morboso.
Non va bene.
Cosa vuol dire morboso? Vuol dire malato.
Togli il glutine.

10 commenti:

Pollina ha detto...

Mamma mia!
Condivido quello che scrivi, io l'ho capito poco tempo fà, dipendenza da carboidrati e zuccheri, appena ho smesso di mangiare questi cibi sono calata 8 kili di colpo e mi sono sgonfiata, le mani, i piedi, la pancia.....
Mi sento libera....

mk ha detto...

...si lo so <3 ...libera e svettante, è bellissimo.

Unknown ha detto...

La sensazione descritta la conosco perfettamente!
La risposta è che il glutine (ma anche la caseina dei latticini)
contengono formazioni di peptidi oppioidi detti gliadorfine o gluteo-morfine (e caseo-morfine la caseina) che ci creano una dipendenza molto difficile da vincere.

mk ha detto...

Grazie Mr2981Eric, non sapevo la motivazione chimica, ne avevo solo intuito la somiglianza, con altre sostanze, sulla base dell'esperienza personale. E' sempre bello capire come funziona il nostro corpo. mk

Unknown ha detto...

Figurati, ho commentato solo perché ho sentito veramente il tuo racconto molto spontaneo, e come se fosse il mio..conosco bene quella sensazione purtroppo da cui sai che ti fai del male, ma non riesci a staccartene, quel rilassamento/sedazione da cui non riesci a staccarti e che continui a ricercare altrimenti ti senti perso.
Comunque se ti interessa, in rete troverai molti link che ne parlano, e pure esami delle urine che diagnosticano la presenza di peptidi oppioidi con tali alimenti

Unknown ha detto...

@Mk, hai poi tolto definitivamente il glutine dalla tua dieta?

Monica Cighetti ha detto...

purtroppo non sono ancora riuscita... e me ne rammarico molto.

Unknown ha detto...

non rammaricarti, io son 4 anni che non lo mangio, ma comunque la mia qualità della vita non è migliorata quindi chissà se ne vale davvero la pena...

Eric ha detto...

Ciao Monica,sono l'"Unknown" che ha risposto al tuo racconto il 9 marzo 2015, ancora mi ricordo di te, perché mi hai colpito moltissimo, perché tu provi quello che provo io mangiando glutine e lo hai descritto benissimo pur non sapendo il motivo chimico che io avevo scoperto dopo essermi informato.

Mi chiedevo come stai e se hai risolto il legame con questa cattiva madre?

Ciao Eric

Monica Cighetti ha detto...

Ciao Eric, risolto...no però credo di essere riuscita a trovare un equilibrio, precario ma almeno quello. La mia vita nel frattempo è cambiata moltissimo, sono cambiate dinamiche personali, sentimentali, fisiche e lavorative. Direi che sfrutto la capacità di sedazione degli amidi quando ne ho bisogno e so di poterlo fare, predisponendomi ad una notte di sonno ristoratore dopo varie di sonno disturbato per esempio. Cerco di non abusarne, ne in quantità ne in frequenza. Ho notato che ci sono tipi di amido che mi precipitano in uno stato di sonnolenza invincibile e da questi sto lontana, mentre alcuni amidi complessi hanno un effetto pacificante, graduale e più sano. La cosa che però è cambiata di più è che il Vuoto è percepito come un vuoto normale, e ho sviluppato altre modalità per riempire, l'arte (cerco di dipingere), l'ascolto della musica (canto anche in un coro rock), coltivare le amicizie in maniera profonda, peculiare e sincera, eliminare le fonti di stress e ciò che risulta "stonato" rispetto a sé stessi. L'età è vero porta esperienza ed è più facile ora sapere cosa voglio e cosa no. Mi fa piacere che mi hai riscritto e che mi hai trovato. ...e tu? hai risolto? e se si come?
Un grande abbraccio, mk