Il giorno di Pasqua mi sono rotta il gomito. L'ho scoperto solo il giorno dopo perché non volevo crederci e speravo fosse solo una distorsione che potevo curare da sola. La sera, mentre tenevo il braccio nel ghiaccio in cui avevo messo acqua e argilla, oli essenziali di rosmarino, cipresso e ginepro per disinfiammare, mentre ho tenuto su l'argilla quattro ore, fasciando il braccio nel polietilene, speravo che ciò bastasse. Come Gesù che curava con il fango.
Il rumore del crack ancora nelle orecchie e il dolore che non accennava a passare nonostante l'arnica, l'artiglio del diavolo e gli antidolorifici mi hanno spinto, fiduciosa in un risultato distorsivo, 4 giorni a riposo, al Pronto Soccorso il giorno dopo.
Sentire - è rotto, domani alle 14,00 in sala gessi - è stato raggelante. Non volevo, semplicemente. E invece le ossa si rompono.
Fortunatamente è il braccio sinistro e io non sono mancina. Fortunatamente avevo la spesa appena fatta. Di cose sane. Perché 20 giorni a casa possono essere deleteri in fatto di dieta.
Fortunatamente, il Venerdì, sotto casa si apposta un fruttivendolo ambulante e c'è una farmacia che apre, raggiungibile a piedi. Fortunatamente ci sono le amiche, gli amici e i parenti che mi aiutano, e che vengono a prendermi per stare in compagnia.
Il primo giorno da sola ho preparato l'avena, ricordi di alimentazione naturale me la indicano come ricca di calcio, devo andare a verificare. Dopo 3 ore e passa di ammollo, l'ho cotta in pentola a pressione per 20 minuti, con un pochino di brodo granulare e due porri piccoli, affettati alla bellemeglio con una mano sola.
Finito di preparare l'avena, ne ho mangiata un po' e il resto l'ho subito tolto e messo in vasetti in frigorifero per i prossimi giorni.
Fuori l'avena, dentro un arrostino di manzo, con salvia e rosmarino, rosolato da tutti i lati in poco olio, sfumato con vino bianco e portato a cottura, 20 minuti dal sibilo, con un bicchiere di acqua.
L'impresa è stato tagliarlo a fette... tenendolo fermo con il peso del braccio bloccato appoggiato sopra un tagliere. Fortunatamente la carne era tenera e il coltello affilato.
Una volta nel piatto l'ho mangiato a morsi, nel pane.
Una sera ho ottimizzato le cotture, cuocendo insieme patate e cornetti, da mangiare in seguito, con dei ravioli di magro conditi solo con burro, aglio e salvia.
Stamattina ho preso dei pomodori Marinda con cui fare una caprese e il pieno di frutta e verdura. Il fruttivendolo, gentilissimo, mi ha portato le borse.
Sto diventando più abile nell'uso della mano sola. La burrata e i pomodori sono fuori dal frigorifero da qualche ora, per sentire il sapore pieno e gustoso, non devono essere freddi. Aggiungo un cipollotto fresco, che condisco con un goccio di aceto balsamico di mele. Sbriciolo origano e sale e verso qualche goccia di olio extra vergine di oliva sui pomodori e burrata. Li lascio li ad insaporirsi, mentre affetto a filetti dei pomodorini troppo maturi trovati in frigorifero mettendo a posto la spesa. Finiscono in un padellino con un piccolo porro e un pochino di olio e di acqua, a cuocere coperti, finché non diventano densi e saporosi. Serviranno per un sughetto per pasta.
Ho un pezzo di zucca e la curcuma fresca, domani voglio farne una vellutata...
Scrivo con una mano sola, ci metto circa il triplo del tempo normale per fare ogni cosa, sento il dolore osseo dentro nel braccio e mi dico che è normale, che è perché si sta ricostruendo.
Ho preso dei supplementi di calcio e vitamina D e mi concentro sul mio corpo, usando il potere della mente per indurre la formazione dell'osso che si è spezzato.
Funzionerà.
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