domenica 12 aprile 2020

Pomodorini Confit una Ricchezza a Portata di Mano

E' stato qualche anno fa che per la prima volta ho assaggiato dei delicatissimi ravioli ripieni di branzino, conditi semplicemente con pomodorini confit.
Ero a pranzo da una amica e tira fuori dal forno questa teglia da cui prende dei pomodorini appassiti e molto semplicemente li unisce a dei ravioli freschi.
A distanza di anni ricordo ancora il sapore, delicato e nello stesso tempo spiccato. Mi ero ripromessa molte volte di provare a farli e ora, complice la quarantena e un meccanismo virtuoso di mostrare cosa si cucina, anche solo per se stessi, senza lasciarci abbattere nell'umore, la mattina di Pasqua, mi sono messa, di buon ora, a sperimentare.
Il forno in questi giorni è andato molto spesso, per via dell'esubero di licoli in via di creazione, e che va tolto ad ogni rinfresco. Così tra pizza, focaccia, e un pandolce con mele e uvetta, nei tempi di lievitazione ho infornato i pomodorini, così da sfruttare il calore diffuso intorno alla cucina per far lievitare una focaccia. Per la ricetta della focaccia e del pandolce, vi rimando ai prossimi post, per quello della pizza con esubero, è nel post precedente a questo, sotto forma di Instarecipe, quelle ricettine veloci e sprint, che pubblico sul mio profilo Instagram e che richiamo qui.

Ma veniamo ai pomodorini confit. Confit, cioè canditi dal francese, perché cuocendo a bassa temperatura con una serie di ingredienti, tra cui lo zucchero, vengono essicati ma morbidi e soprattutto dolcissimi.
Il procedimento è semplice: si accende il forno ad una temperatura non superiore ai 140 gradi, togliendo la placca che ci servirà per mettere i pomodorini. Sulla placca ho srotolato un po' di carta forno e l'ho unta leggermente con un pochino di olio di oliva extra vergine di oliva. Ci ho disposto i pomodorini, vanno bene i datterini o i ciliegini, tagliati a metà per il lungo e posizionati con la parte tagliata a faccia in giù sulla carta oleata.
Siccome mi era rimasto dello spazio, ho tagliato a rondelle di circa 3 mm di altezza, una cipolla rossa di Tropea. Ho spolverizzato con origano, perché non avevo il timo che sarebbe più indicato, un pizzico di sale, e ho sbriciolato dello zucchero grezzo di canna, in assenza dello zucchero a velo della ricetta originale. Tra un pomodorino e l'altro, ogni tanto, ho infilato un filetto di spicchio d'aglio. Un filino di olio di oliva extra vergine e informato per un' ora, o comunque fino a che i pomodorini non sono grinzosi ma ancora polposi sotto. Si devono asciugare sfruttando il succo acidulo e zuccherino, aiutato dallo zucchero aggiunto, e candire. Le cipolle abbrustoliscono più in fretta, ma sono buone anche così, un po' secche. L'aglio era anche lui delizioso.
Passata l'ora, si toglie la teglia dal forno e si possono utilizzare subito per condire una pasta o una bruschetta, o sopra una insalata sfiziosa. Altrimenti si radunano in una ciotolina e si possono conservare per dopo o per un aperitivo finger food. In frigorifero durano due o tre giorni. Ma sarà difficile verificarlo, perché finiscono prima.
Io ne ho usati un po' per una bruschettina la sera di Pasqua, e per condirci degli spaghetti artigianali trafilati al bronzo, il Lunedì di pasquetta a pranzo.
Ne ho sparso anche qualcuno sull'insalata greca che avevo come verdura e hanno dato un tocco particolare sposandosi con la feta, che non ha fatto rimpiangere l'assenza delle olive kalamata.
E' una preparazione versatile, che non richiede particolare capacità, e che dona ricchezza di gusto ad ogni piatto a cui si accompagna.
Una ricchezza possibile grazie ai prodotti eccellenti che solo in Italia abbiamo.

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