sabato 29 settembre 2012

Haiku


Quando ho bisogno di resettare l'organismo. Quando il corpo reagisce "strano" ad alimenti nuovi o ai soliti. Quando ho fame ma non appetito. Quando non ho voglia di cucinare. Quando sono stanca e infreddolita. Quando ho voglia di delicatezza e purezza.
Quando ci sono una o qualcuna o tutte queste condizioni, metto quattro manciate di riso nella rice cooker, aggiungo tanta acqua fino a sorpassarlo di un dito scarso, accendo e copro.
Dopo un quarto d'ora il profumo del riso Thaibonnet mi raggiunge in qualsiasi angolo della casa mi sia rifugiata. Annunciandomi che e' pronto per me.
Candido, soffice, profumato, il Thaibonnet non ha bisogno di sale. Aggiungo una tazzina di acqua fredda per bloccarne la cottura, delicata lo smuovo dal fondo, e dopo pochi minuti lo verso in una bella scodella.
Stasera ne ho cercata una di ceramica raku dai colori paludosi.
Aggiungo un filo di olio extra vergine di oliva e sposto i chicchi per farlo girare e lucidarli come un velo di giada liquida.
Prelevo piccoli bocconi, il profumo erbaceo dell'olio e' la parola scritta sulla carta del riso.
Le parole dicono:

Nella palude,
mi prendero' cura
io, riso, di te



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4 commenti:

Grimilde ha detto...

Questo post è bellissimo. Allerta tutti i sensi, ti sfiora l'anima...

mk ha detto...

<3

mk ha detto...

...grazie, ti abbraccio forte.

Anonimo ha detto...

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