sabato 16 maggio 2020

Pasta Mista, la Nuova Scimmia


La pasta mista è molto amata a Napoli, dove ha avuto origine e viene chiamata Pasta ammiscata.
Trova il suo compagno ideale nei legumi o con le patate, dove si adagia già in cottura, creando una amalgama densa, cremosa a cui la pasta ammiscata dona struttura, e consistenze diverse da esplorare con i denti e la bocca.
E' migliore quando riposa un pochino, quindi non troppo calda, quella temperatura che riscalda e conforta nelle serate umide e fredde. Una volta la pasta mista era il frutto dei rimasugli spezzati dei vari formati di pasta che rimanevano sul fondo dei contenitori dove si poteva acquistare la pasta sfusa. Con un prezzo inferiore perché rotta e mischiata ogni formato si prestava e magicamente i tempi di cottura diversi non erano un problema, perché contribuiva a renderla interessante alle papille e alla lingua.
Ora le maggiori marche di produzione di pasta secca hanno in catalogo la pasta mista, che solitamente è formata da 6 fino a 10 tipologie di pasta: spaghetti di diverse dimensioni, bucatini, linguine, reginette, tubetti, candele, maccheroni, penne, sedanini, conchiglie, orecchiette, caserecce, fusilli, lumache, ziti... tutto va bene!

A Napoli viene cucinata più asciutta e mangiata con la forchetta dentro le mura della città, più brodosa e mangiata con il cucchiaio fuori delle mura. A volte viene cucinata anche come pasta asciutta, condita con sugo di pomodoro, peperoncino e basilico, con aggiunta di verdure oppure con la zucca che nel sugo stempera con la dolcezza e la cremosità fondente l'acidità del pomodoro e aggiunge il contrasto cremoso alle diverse consistenze e cotture dei formati della pasta mista.
Oggi è la prima volta che provo a cucinarla, e a mangiarla, ho messo nella mia pentola fidata antiaderente con triplo fondo di acciaio, sedano tritato e il verde di un porro affettato finemente.
Ho aggiunto un filo di olio extravergine di oliva, una zucchina a cubetti e due manciate di lenticchie decorticate. Ho aggiunto un po' di brodo vegetale che avevo già in frigorifero. 
Metto la cima e il fondo della zucchina, lavati, in un contenitore che tengo in freezer dove man mano aggiungo gli scarti di alcune verdure, per poter fare il brodo vegetale la prossima volta. 
Una volta che il brodo raggiunge il bollore, calcolo che le lenticchie necessitano di 15 minuti di cottura, mentre la pasta 9 minuti. Punto il timer per aggiungerla in seguito.
Tengo il fuoco grande ma basso.
Una volta raggiunti i 15 minuti totali di cottura (di cui gli ultimi 9 anche per la pasta) spengo il fuoco e lascio ad assestarsi la minestra dopo averla girata per rendere le lenticchie cremose.
La servo in una bella ciotola, spolverizzandola con pepe nero macinato al momento, formaggio grattugiato e un pochino di prezzemolo tagliato a forbice. 
E' una delizia!

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